Genova – Una trattativa “riservata” dietro il ritardo con cui il Comune di Genova non si è ancora costituito parte civile nel processo per il ponte Morandi. Ne ha parlato l’ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, rappresentante del Movimento 5 Stelle nel governo Conte 1 e gestore del “caso Morandi” durante i mesi terribili del post crollo e del Decreto Genova che ha consentito la costruzione in tempi da record (per l’Italia) del nuovo ponte.
Toninelli è intervenuto in video conferenza alla conferenza stampa organizzata dal Movimento 5 Stelle a Genova per affrontare il problema del misterioso ritardo con cui il Comune di Genova non si è ancora costituito parte lesa e civile nel processo per il crollo del Ponte Morandi.
Un passaggio necessario ad ottenere il risarcimento dei danni provocati alla città dalla tragedia del crollo che ha ucciso 43 persone.
Secondo Toninelli ci sarebbe infatti una “trattativa riservata” tra il sindaco Marco Bucci e i vertici di Autostrade per l’Italia e questo, di fatto, sarebbe il motivo per il quale il Comune non ha ancora presentatato l’istanza in Tribunale.
Esisterebbe insomma – secondo l’ex Ministro e con parziale conferma dello stesso Bucci, in alcune sue dichiarazioni – un percorso alternativo alle scelte del Tribunale che il Movimento 5 Stelle critica pesantemente.
Secondo il Movimento 5 Stelle infatti, Autostrade per l’Italia non sarebbe un interlocutore di cui fidarsi e proprio per questo motivo l’allora governo “giallo-verde” del Conte 1, aveva estromesso Aspi dalla gestione della ricostruzione in considerazione delle presunte responsabilità in quanto avvenuto a Genova.
“Il sindaco Marco Bucci deve scegliere da che parte stare – ha dichiarato in video conferenza Toninelli – se dalla parte dei genovesi o dalla parte delle lobby dei concessionari”.
Secondo l’ex Ministro, infatti: “gli avvocati hanno chiarito che non c’è alcuna ragione giuridica, e dico io umana, perché il Comune di Genova non si costituisca subito come parte civile nel processo sul crollo di ponte Morandi”.
L’ex ministro dei Trasporti ha poi ricordato che il nuovo ponte di Genova è stato realizzato in fretta grazie al Decreto Genova predisposto dal Governo Conte e che il sindaco non può attribuirsi meriti visto che solo i poteri e le prerogative concesse dallo Stato gli hanno permesso di costruire il ponte in così breve tempo.
“Il vero eroe è lo Stato – ha dichiarato Toninelli – che dopo decenni in cui si era piegato a interessi dei privati è tornato a fare lo Stato”.
I tempi per la costituzione di parte civile e lesa sono ormai agli sgoccioli e una volta avviato il processo per il disastro del Ponte Morandi potrebbe non essere più possibile ottenere l’ammissione.
In ballo ci sono decine di milioni di euro, forse cifre ancora più alte, che il Tribunale potrebbe riconoscere come risarcimento che Autostrade per l’Italia (ancora del gruppo Benetton) dovrebbe pagare alla città di Genova e ai genovesi per i danni causati dal crollo del Ponte.
Danni materiali ma anche d’immagine e morali. Somme che potrebbero diventare “astronomiche” se venisse accertata la responsabilità di Aspi nel disastro.
Cifre che se il Comune di Genova non si costituirà parte civile, potrebbero essere perse per sempre.