Savona – Sarà l’autopsia a chiarire le cause del decesso di Marika Galizia, 26 anni, la ragazza morta mentre partoriva all’ospedale San Paolo di Savona.
L’esame medico legale è stato disposto nell’ambito dell’indagine aperta dalla magistratura su una morte che, al momento, sembra inspiegabile visto che la ragazza era seguita e controllata durante tutta l’intera gravidanza e non presentava alcun problema o rischio particolare.
L’autopsia dovrà chiarire le circostanze del decesso e se in sala parto prima e nel reparto di rianimazione dopo, la giovane sia stata assistita nel migliore dei modi o se, invece, come temono i familiari e gli amici, qualcosa non abbia funzionato.
Marika Galizia, arbitro di calcio femminile, in perfetta salute, entra in ospedale per un parto naturale senza apparenti complicazioni. I medici del reparto ostetricia e ginecologia la accompagnano alla sala parto ma poco dopo qualcosa non va per il verso giusto e la giovane viene trasferito in una sala operatoria attrezzata per il parto cesareo.
Il figlio nasce in “asfissia perinatale”, termine medico per descrivere l’assenza di respirazione spontanea e l’arresto cardiaco conseguente.
Subito viene disposto il trasferimento all’ospedale pediatrico Gaslini di Genova dove le sue condizioni sono subito apparse “disperate”.
Nel frattempo – e le indagini accerteranno le modalità e le eventuali responsabilità – Marika Galizia muore senza che i medici riescano a salvarle la vita.
Ora familiari ed amici sperano che il piccolo riesca a farcela nonostante il quadro clinico decisamente negativo, al momento respira grazie ad un macchinario, ma il dolore per la morte della giovane donna cerca una “spiegazione” che dovrebbe arrivare grazie alle indagini della magistratura.