La Spezia – Maxi operazione da parte dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza della Spezia che questa mattina hanno eseguito sequestri i beni per due milioni di euro a tre famiglie nomadi di etnia “sinti”.
Il provvedimento nei confronti del gruppo, da anni insediato alla Spezia e gravato da diversi precedenti per reati come furti, truffe e rapine, è arrivato dopo una lunga indagine che ha visto la collaborazione dell’Arma e il coordinamento della Procura della Repubblica.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo avevano condotto indagini di polizia giudiziaria e patrimoniale nei confronti di diversi soggetti tra cui i tre nuclei familiari, ritenuti parte di un’associazione più ampia di nomadi che, in concorso tra loro e con un metodo consolidato, da anni erano dediti alla commissione di truffe, furti e rapine con conseguente ricettazione.
L’operazione, denominata “Settimo Comandamento” lo scorso ottobre aveva portato all’esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di 15 persone e successivamente alla condanna di diversi imputati.
I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria avevano sviluppato, su delega dell’Autorità Giudiziaria, approfondite indagini di natura patrimoniale nei confronti delle coppie di coniugi nomadi e ai loro figli, nonché delle imprese di cui risultavano titolari e/o soci anche per interposta persona.
Questo ha permesso di scoprire una importante sproporzione tra il patrimonio e il reddito dei soggetti che, pur non avendo da anni uno “stipendio” se non redditi minimi, erano proprietari direttamente o indirettamente di numerosi cespiti immobiliari acquisiti nel tempo, facendo ricorso a capitali di non legittima provenienza.
Le attività investigative sono proseguite in maniera congiunta sotto la direzione ed il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria e hanno permesso al Procuratore della Repubblica di poter disporre degli elementi fattuali acquisiti in ordine alla pericolosità sociale, storica ed attuale, dei soggetti proposti ed alla sproporzione patrimoniale incompatibile con il profilo reddituale degli stessi.
Il gruppo di malviventi viveva dunque dei proventi delle attività delittuose, per questo i giudici genovesi hanno disposto il sequestro preventivo destinato alla confisca di beni mobili e immobili per un totale di 2 milioni di euro.
Sono stati sequestrati tredici fabbricati, diciotto terreni, autoveicoli, autocaravan, titoli, conti correnti e libretti postali, tutti beni che saranno gestiti dall’Amministratore giudiziario allo scopo nominato dal Tribunale.