Chiavari – Le nuove indagini sull’omicidio di Nada Cella, la segretaria di 24 anni massacrata nello studio del commercialista Marco Soracco nel 1996 potrebbero svelare un nuovo colpo di scena. Sarebbe stata individuata una super testimone che vide l’attuale indagata più volte in compagnia del datore di lavoro di Nada Cella e almeno in una occasione avrebbe sentito una lite tra la segretaria e la persona che ora risulta indagata per l’omicidio.
Circostanze che getterebbero nuova luce sui rapporti tesi tra le due donne e confermerebbero indirettamente la nuova pista di indagine che punta su un delitto passionale, scatenato dalla gelosia.
Per qualche motivo ancora non chiarito, insomma, l’attuale indagata potrebbe aver considerato Nada Cella una “rivale”.
Se le ulterori indagini dovessero confermare le circostanze riferite dalla super testimone – incredibilmente rimasta anonima nelle prime indagini nelle quali aveva chiesto e ottenuto di non comparire con nome e cognome – si aggraverebbe la posizione della nuova indagata ma anche, indirettamente, anche quella del commercialista che avrebbe negato che la persona avesse manifestato “un debole” nei suoi confronti.
La Procura che indaga sul “cold case” di Nada Cella ha infatti acquisito il nominativo della super testimone che ora entra a pieno titolo nelle indagini.
La prova regina resta però quella attesa tra qualche settimana: l’esame del DNA della nuova indagata e il confronto con quello trovato all’interno dell’ufficio di Marco Soracco ed incredibilmente trascurato.
Tracce legate ad un bottone sporco di sangue trovato sulla scena del delitto e che corrispondeva nella forma e dimensione con quelli trovati all’epoca delle prime indagini nella casa della donna oggi nuovamente accusata per il delitto.
All’epoca anche quel “particolare” oggi fondamentale venne trascurato per incomprensibili motivi.