Genova – “Mi sembra un controsenso che l’Italia invii armi a manetta in Ucraina e io rischio 7 anni perchè combatto al fianco degli ucraini”. Risponde così il ragazzo di 19 anni genovese, primo indagato nell’ambito di una inchiesta per il sospetto arruolamento di italiani al soldo di un Paese straniero.
Il giovane risponde attraverso l’agenzia Ansa che ha pubblicato una intervista al ragazzo che si trova, a suo dire, sul fronte di combattimento tra ucraini e russi.
Il ragazzo risulterebbe indagato nell’ambito di una inchiesta ad ampio respiro e dopo la pubblicazione di diversi articoli sui Media italiani avrebbe deciso di rispondere.
Lo fa precisando che la sua partenza non ha nulla a che vedere con la sua presunta militanza nell’estrema destra italiana e smentisce anche la ricostruzione fatta da alcuni Media italiani secondo cui avrebbe dichiarato di aver deciso di partire “perché Putin vuole denazificare l’Ucraina”.
Il ragazzo, partito da Genova per il fronte, avrebbe anche dichiarato di non aver percepito denaro per la sua attività ma avrebbe invece confermato un periodo di addestramento in Ucraina visto che non ha alcuna formazione militare.
La vicenda ha suscitato un enorme clamore mediatico e la presenza sui social del ragazzo potrebbe presto trasformarsi in un dialogo a distanza con i Media italiani.