La Spezia – E’ arrivato il giorno decisivo per le due famigliole di cinghiali rinchiuse da 14 giorni all’interno del parco della Maggiolina, chiuso al pubblico da quasi due settimane.
E’ prevista per oggi, infatti, la riunione tra Regione Liguria, Comune di La Spezia, asl ed enti preposti per decidere il futuro delle mamme con i loro cuccioli.
Sembra scongiurata l’ipotesi dell’abbattimento di tutti gli animali anche se la decisione finale verrà appunto presa oggi.
Secondo le indiscrezioni, il cammino più probabile resta quello delle analisi sugli animali per accertare la loro immunità alla peste suina e, se il verdetto darà esito negativo (assenza di virus) le famigliole potrebbero essere trasferite in un’oasi animalista nel ponente ligure e qui mantenute a vita in ambiente protetto.
Ovviamente, però, nel caso di presenza di tracce di virus della peste suina, tutti gli esemplari verrebbero abbattuti nel rispetto delle normative di sicurezza sanitaria.
Le associazioni ambientaliste sono state chiamate a fare da “garante” alle operazioni di controllo sanitario ed un veterinario della Lav (Lega Anti Vivisezione) dovrebbe entrare a far parte del team che eseguirà le analisi sui campioni di sangue che verranno prelevati nei prossimi giorni da ciascun esemplare. Molto probabilmente mamme e cuccioli verranno catturati uno ad uno e narcotizzati per poter provvedere alle analisi.
Restano comunque in atto i presidi delle associazioni ambientaliste che salutano con favore le dichiarazioni del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti circa la soluzione non cruenta del problema e già prima l’ordinanza del sindaco Peracchini che stabiliva la non soppressione degli animali ma temono ancora per la vita degli animali per via dei divieti imposti dalle normative sulla re-immissione dei cinghiali nei boschi che sarebbero la meta auspicata.
Sembra però scongiurata anche l’ipotesi di un trasferimento degli animali in un centro di addestramento per cani da caccia che avrebbe offerto agli animali un futuro forse peggiore rispetto alla stessa morte.
Perplessità da parte di molti Cittadini che si domandano chi pagherà per le operazioni di trasferimento dei cinghiali e per il loro mantenimento – vita natural durante – nell’oasi animalista e che preferirebbero per gli animali un futuro di vita libera nei boschi invece di una “prigione dorata”.