Carasco (Genova) – Proseguono le operazioni di bonifica nella sede della Marr dove sabato sera un grosso incendio ha distrutto diversi camion parcheggiati e muletti per il carico e scarico delle merci. Parallelamente proseguono anche le indagini delle forze dell’ordine per risalire alle cause del rogo e ai possibili autori del gesto considerando che quello di sabato è il terzo incendio ad impianti della Marr in Liguria e che un altro rogo è divampato qualche giorno fa anche nella sede di Anzola, in Emilia Romagna.
Le piste seguite sono quelle dell’attentato intimidatorio ma anche quella dell’estremismo anarchico considerando che – secondo quanto riportato dal quotidiano Il Resto del Carlino . nello stabilimento di Anzola sarebbero stati trovati alcuni ordigni del tipo molotov e che per l’incendio ci sarebbe una rivendicazione degli anarchici che accusano la Marr di lavorare per gli istituti penitenziari dove vengono recluse le persone, forse anche appartenenti all’ala estremista del movimento anarchico ma anche per il Cpr, i centri dove vengono rinchiusi i migranti non regolari prima dell’espulsione.
Nelle prossime ore verranno ascoltati i vertici della Marr per verificare se l’azienda abbia ricevuto messaggi intimidatori e di quale genere o se vi siano elementi utili a seguire altre “piste”.
Più difficile pensare ad una serie di eventi sfortunati visto che la Marr ha subito tre incendi nella sede di Taggia (LEGGI QUI) il 13 e il 17 novembre di quest’anno ed uno nel 2018 e uno nella sede di Anzola, nel bolognase.
La ditta, nata nel 1972 a Rimini, potrebbe essere finita nel mirino della malavita organizzata oppure in quello dei movimenti estremisti anarchici anche se quest’ultima pista manca, al momento, dell’elemento più importante, ovvero la rivendicazione tipica delle azioni compiute con una finalità ben precisa.
Fortunatamente non si registrano feriti in tutti gli incendi ma ogni volta sono andati distrutti molti mezzi e in un caso gli uffici dell’azienda e i danni sono molto ingenti.