Genova – Selvaggia Lucarelli contro la pasticceria Mangini di piazza Corvetto a Genova per il suo no ai pagamenti elettronici ma le scelte del Governo non c’entrano nulla perché nel locale, da sempre, non si può pagare con il POS.
Dopo aver “lanciato” la vicenda della lite di Silvia Salis, vice presidente Coni, con un tassista genovese che non accettava i pagamenti elettronici, nel “mirino” della giornalista nota per le polemiche sul web, finisce anche il Bar più famoso di Genova, Mangini, di piazza Corvetto.
Secondo Selvaggia Lucarelli il no al Pos sarebbe scattato dopo la proposta del Governo Meloni di innalzare il tetto minimo per l’uso del POS ma, in realtà, i titolari del bar pasticceria Mangini sono contro i pagamenti elettronici sin dalla loro introduzione, da parte dei Governi precedenti.
“Effetto Meloni – scrive Lucarelli sul suo profilo Facebook – Una delle più famose pasticcerie storiche di Genova, Mangini in piazza Corvetto, ha deciso di non accettare più carte e bancomat. Nonostante l’obbligo. Si ricomincia a parlare di discriminazione a caso. Ci mancava #nopos”.
La critica della giornalista non è però passata inosservata e dopo poco, tra i commenti, sono iniziati ad arrivare i primi chiarimenti: nel Bar di piazza Corvetto (angolo via Roma) le carte di credito e i Pos non sono mai stati graditi e accettati.
Il titolare del Bar, Giacomo Rossignotti, in una intervista, aveva affermato di preferire offrire il caffè ai clienti che non hanno il contante, piuttosto che accettare il pagamento elettronico.
La sua, più che una battaglia contro il bancomat è una battaglia contro le tariffe applicate dalle Banche alle transazioni.
“Se lo Stato equipara il pagamento elettronico al contante – ha ripetuto più volte – allora deve azzerare le commissioni”.
La scelta di non accettare i pagamenti con bancomat e carte di credito è costata al Bar Mangini una delle prime multe e – secondo il titolare – ha anche fatto perdere una fetta di clienti, specie per gli acquisti della pasticceria non esattamente “a buon mercato”.