Carasco (Genova) – E’ arrivata anche per l’incendio dello stabilimento Marr di Carasco, nell’entroterra chiavarese, la rivendicazione del movimento anarchico che si assume la responsabilità del gesto di protesta.
Alcuni siti che gravitano attorno al movimento hanno pubblicato il messaggio che spiegherebbe quanto avvenuto la notte del 26 novembre scorso.
“Abbiamo dato fuoco ad una decina di mezzi, al capannone e all’impianto di aerazione della Marr di Carasco, azienda che lucra dalla distribuzione del vitto nelle galere di Stato”.
Il messaggio di rivendicazione segue gli altri legati ad almeno altri tre incendi, nell’imperiese e nel riminese, di altrettanti centri di produzione della Marr che fornisce alimenti e pasti a diversi istituti penitenziari e, in particolare, in quelli di massima sicurezza dove è carcerato Alfredo Cospito, l’unico esponente del movimento anarchico estremista ad essere sottoposto al regime del 41 bis, il carcere duro ideato per gli appartenenti alle cosche mafiose e alla malavita organizzata che non collaborano con la Giustizia.
Un regime di carcerazione, controllato a vista, isolato da parenti e familiari e dagli altri carcerati, che viene considerato una vera tortura.
Cospito sta attuando lo sciopero della fame da diverso tempo e le sue condizioni sono sempre più delicate.
Nonostante questo il regime del 41 bis non viene attenuato, scatenando la reazione del movimento anarco-insurrezionalista più violento.
“Quella sera – si legge ancora nel documento di rivendicazione – sono stati i suoi dirigenti ad ingoiare un boccone amaro. Con questo gesto vogliamo mandare tutta la nostra solidarietà ad Alfredo attualmente in sciopero della fame a oltranza a causa della sua detenzione sotto regime 41 bis. Se pensano che seppellendo vivo il nostro compagno possano fermare le nostre tensioni si sbagliano di grosso. Si scatenerà soltanto più rabbia e solidarietà”.