Lupo ululatoLiguria – La Primavera si avvicina e anche i lupi della Liguria si sentono ululare con sempre maggiore frequenza e intensità. Lo straordinario fenomeno naturale, per troppo tempo dimenticato sulle nostre montagne, torna ad essere parte integrante dell’ambiente come è stato per millenni.
E’ cominciato infatti il periodo riproduttivo dei lupi e tra le montagne di Liguria, dove il lupo sta lentamente tornando, si possono ascoltare gli ululati che sono uno dei mezzi di comunicazione di questi animali.
Sugli ululati si sa ancora poco ma di certo non devono spaventare e qualcuno li paragona al canto delle balene.
E’ di questo parere Ugo De Cresi, appassionato osservatore naturalista e con una lunga esperienza di osservazione e studio dei lupi.

“Subito dopo il periodo della dispersione dei giovani sul territorio (dispersal) – spiega De Cresi – e al riposizionamento dei nuclei familiari sul territorio, inizia quello della riproduzione. E una delle occasioni nelle quali si sentono ululare più spesso i lupi”.

“Per i lupi – prosegue De Cresi – gli ululati sono una fortissima attività di comunicazione e di espressione territoriale e non solo. Ed ogni nucleo, ogni singolo lupo, ulula in forma e con timbrica diversa. L’acquisizione delle registrazioni è un momento complesso per motivazioni di carattere logistico e strumentali. Non si sa e non è possibile preventivare quando come e dove ululeranno. E quantunque si ha la fortuna di conoscere il territorio e posizionarsi nel versante giusto gli ululati non seguono né una sequenza precisa né una determinata o determinali cronoprogressione. In sintesi è difficile”.

In queste notti di fine gennaio sono stati in tanti, nelle vallate dell’entroterra genovese (ma anche in diverse località della Liguria) ad avere sentito gli ululati.
Per alcuni non è una novità, almeno non recente, mentre per alcuni centri abitati si tratta di una novità assoluta perché il numero dei lupi, fortunatamente, aumenta e con esso cala quello dei tanti animali che hanno invaso i boschi e i terreni dell’entroterra, facendo danni enormi, specie all’agricoltura. Si parla di daini e caprioli, di cervi e di cinghiali. Il Lupo, insomma, sta riportando ordine naturale nei boschi della Liguria e questo non può che essere una buona notizia.

Ugo De Cresi “insegue” i lupi in tanti modi ed uno dei più “curiosi” è quello dell’uso di sofisticate strumentazioni di registrazione audio.
In qualche modo è un “cacciatore di ululati”.

“Personalmente utilizzo due software di analisi audio – spiega De Cresi – sono piuttosto complessi e derivano dalla dimestichezza con l’utilizzo dei campionatori. Non tutti lo sanno ma ho fatto il dee-jay per tanti anni ed un registratore professionale con cartuccia panoramica di 360 gradi. In tanti anni di studio qualcosina sono riuscito a capire.
Come l’episodio dell’alta ValVobbia”.

De Cresi stava tornando dalla ValBorbera e avendo il necessario per la cena si è fermato in una zona illuminata dalla luna (non faremo il nome della località per evitare di fornire informazioni ai bracconieri).

“A metà panino cominciarono – racconta De Cresi – Pur avendone sentiti tanti rimasi pietrificato da quelle vocalizzazioni così lugubri, sommesse e profondamente angoscianti e tristi. Era una veglia funebre. Il giorno dopo trovammo il cadavere di una lupa, probabilmente l’Alpha, a poca distanza. Ho conservato quei files con grandissima gelosia nella speranza di non doverli mai risentire”.

“Purtroppo, invece – prosegue il naturalista – pochi mesi fa, tra Casella e la Valbrevenna abbiamo registrato la presenza di due lupi, ma uno muore. Non abbiamo le cause del decesso perché non c’è stata una testimonianza diretta. Forse un incidente, forse l’ennesimo atto di bracconaggio. Ma da quella notte l’esemplare superstite e che rimarrà a frequentare la zona anche di giorno rischiando tantissimo e facendosi vedere spesso per ben tre volte ulula il suo canto di strazio per la perdita del compagno”.

Gli ululati hanno una forte connotazione territoriale e sociale e per far meglio comprendere la sua importanza De Cresi racconta un altro aneddoto.

“Ricordo – racconta – una situazione davvero particolare accaduta in Val di Vara dove accadde che i lupi ululavano con una frequenza molto alta che ci ha preoccupato. Scoprimmo che era in corso un censimento dei lupi e alcune persone toglievano regolarmente dai sentieri gli escrementi, le “marcature” territoriali. Asportandole per inviarle agli esami toglievano i limiti del territorio obbligando il nucleo a rafforzare l’impronta vocale di rivendicazione della zona. Di solito se ne asporta solo la metà lasciando la funzione di avvertimento”.

Gli ululati sono una parte fondamentale della vita dei lupi: comunicano le nuove nascite, “ presentano “ le composizioni familiari nelle aree rendez vous e molti altri significati che dobbiamo ancora scoprire e conoscere. Un concerto esclusivo da non perdere.
E per coloro che ancora si domandano se il ritorno del Lupo sia o meno una buona notizia, segnaliamo che in diversi paesi europei dove il Lupo è una costante da tempo, c’è un fiorente turismo fatto di appassionati disposti a pagare per farsi accompagnare da guide esperte, in sicurezza e senza recar danno all’ambiente, ad ascoltare gli ululati dei lupi o sulle tracce degli affascinanti e misteriosi animali.

Ugo De Cresi osservatore naturalista