Genova – Non ha detto nulla quando è stato arrestato e non ha detto nulla quando lo ha interrogato il giudice per le indagini preliminari ma ora Alberto Scagni, il giovane che ha ucciso la sorella Alice sotto casa, a coltellate, lo scorso prima maggio, a Quinto, ha chiesto di poter essere interrogato.
Scagni è indagato per omicidio con le aggravanti della premeditazione e del porto abusivo di armi e secondo l’autopsia ha inferto ben 24 coltellate alla sorella per toglierle la vita. Da quel momento ha scelto il silenzio e non ha mai risposto a nessuna domanda e per questo c’è molta attesa per quanto potrà dichiarare prima del probabile rinvio a giudizio che segnerà l’avvio del processo.
Una fase che rischia di essere delicatissima visto che le perizie psichiatriche lo danno capace di sedere in giudizio ma quantomeno parzialmente incapace di intendere e volere.
Di diverso avviso i familiari che hanno chiesto ed ottenuto dagli inquirenti di indagare anche su presunte omissioni e sottovalutazioni della pericolosità del congiunto alla luce dei tanti allarmi lanciati e rimasti – secondo la famiglia – inascoltati. Sotto indagine ci sono due agenti di polizia e un medico.
Secondo i familiari di Scagni, infatti, si doveva e si poteva fare di più per salvare la vittima visto che il suo assassino aveva chiamato i genitori per chiedere ancora una volta denaro e minacciandoli di morte.
Purtroppo, incontro al terribile destino, è andata la sorella, chiamata sotto casa e poi colpita ripetutamente con un coltello.