Genova – I Parchi della Liguria non accetteranno altre chiusure. E’ il commento lanciato da Roberto Costa, presidente Federparchi Liguria alle indiscrezioni di stampa circa la possibilità che il nuovo commissario per la lotta alla Peste suina decida di chiudere le attività previste nelle aree aperte al pubblico nei Parchi. Una eventualità già messa in campo ad inizio emergenza e che ha rischiato di causare danni irreparabili ad una economia dell’entroterra già messa in ginocchio dalla pandemia.
“La peste suina – scrive Roberto Costa – è risultata presente in Liguria dall’inizio del 2022 e da allora, nonostante siano state manifestate più volte intenzioni per iniziative di contenimento e di controllo della popolazione dei cinghiali, nulla di concreto è stato fatto se non bloccare per alcuni mesi il turismo outdoor nelle zone interessate, imporre l’abbattimento di maiali sani nelle cosiddette zone rosse e sistemare centinaia di chilometri di recinzioni, rivelatesi poi in gran parte inutili alla prova dei fatti per impedire gli spostamenti degli animali”.
“Solo grazie all’intervento del Vicepresidente di Regione Liguria Alessandro Piana – prosegue Costa – si è riusciti a contenere a partire dai mesi estivi i provvedimenti relativi all’outdoor, settore che aveva subito gravi danni dalle decisioni dell’allora Commissario, dopo quelli già sopportati nel periodo della pandemia Covid 19.
Ora parrebbe che, dopo 16 mesi di misure inefficaci e dannose per le economie locali, nelle intenzioni del nuovo Commissario si dovesse tornare ai divieti di un anno fa.
Una scelta di questo tipo non sarebbe accettabile; si bloccherebbero tutte le attività fo-restali, le attività di educazione ambientale dei Parchi con le scuole, l’escursionismo verrebbe pesantemente colpito e con esso tutte quelle attività, come i rifugi, gli agriturismi e le produzioni tipiche locali che vivono proprio sulla presenza di persone e comitive in visita ai territori, e tutto questo alla vigilia della stagione estiva che è quella in cui le attività outdoor sono particolarmente frequentate”.
Secondo i timori del coordinatore di Federparchi, infatti si bloccherebbero cioè gli spostamenti delle persone mentre i cinghiali potrebbero tranquillamente, a dispetto delle recinzioni sistemate spesso in modo approssimativo, continuare a scorrazzare nel territorio e a fare danni alle attività agricole ed a mettere a rischio l’incolumità lungo le strade.
“La peste suina – spiega ancora Costa – è presente in tutta Italia, centri urbani e aree costiere comprese. Ci domandiamo perché eventualmente si pensi a provvedimenti restrittivi esclusivamente nei Parchi e nelle valli dell’entroterra ligure-piemontese.
L’invito che Federparchi Liguria rivolge al nuovo Commissario è quindi di modificare il comportamento rispetto al suo predecessore e confrontarsi con gli Enti Parco, che gestiscono larghe porzioni di territorio e sono disponibili a fornire la loro piena collabora-zione per provvedimenti realmente efficaci, ma si rifiutano di accettare passivamente la chiusura dei loro territori, delle attività ricettive e produttive con tutti i pesanti danni economici relativi”.