Genova – Inizierà il prossimo 6 giugno, a Palazzo di Giustizia, il processo ai 15 tifosi del Genoa accusati di estorsione ai danni della società rossoblu e di vari reati collegati al controllo della tifoseria da parte di gruppi organizzati in grado, secondo l’ipotesi di reato, la “pace” o il caos delle contestazioni, all’interno dello stadio Luigi Ferraris.
Quindici delle 16 persone indagate sono state rinviate a giudizio e i magistrati che seguono il caso accerteranno se davvero abbiano approfittato del loro controllo sul tifo per estorcere denaro (oltre 300mila euro) attraverso fatturazioni per servizi mai prestati da parte di alcune ditte compiacenti e nelle quali erano “soci occulti”.
In pratica i tifosi chiedevano denaro per “calmare gli animi” in occasione di contestazioni pesanti e sarebbero stati in grado di imporre la loro volontà sulla tifoseria.
Le estorsioni sarebbero avvenute tra il 2010 e il 2017 e spiccano nomi molto noti tra la tifoseria.
Le ipotesi di accusa vanno dall’associazione per delinquere finalizzata all’estorsione e alla violenza privata
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