Filippo Giribaldi omicidio GenovaGenova – Tirapugni, coltello, bombolette spray urticanti, cintura modificata per ferire e l’ormai tristemente nota pistola con cui ha ucciso. Filippo Giribaldi, 47 anni, si è presentato armato sino ai denti all’abitazione dove si trovava la sua vittima, Manuel Di Palo, 37 anni.
Lo accerterebbe il verbale degli oggetti sequestrati durante il fermo di polizia a seguito dell’omicidio avvenuto lo scorso 25 aprile in via Polleri, nel quartiere del Carmine.
L’ex portavoce del movimento No Vax genovese era “pronto” per una lite e anche se non è accertato che fosse sua intenzione uccidere, di certo non lo esclude il tipo di “equipaggiamento” con cui si è presentato in via San Bartolomeo dove vive la donna che, secondo le prime ricostruzioni, si sarebbero contesi killer e vittima.
Una lite che potrebbe aver avuto origine per un prestito di 10 euro non restituiti ma che probabilmente ha radici ben più profonde nella relazione tra Giribaldi, una donna di 52 anni Manuel Di Palo ed un terzo uomo. Forse una storia di gelosie.
Secondo quanto emergerebbe dalle testimonianze rese da Giribaldi durante l’interrogatorio, infatti, l’uomo, difeso dall’avvocato Paolo Scovazzi, si sarebbe recato nella casa della donna per farsi restituire un prestito di 10 euro ma il tipo di equipaggiamento che gli è stato trovato addosso lascia pensare che fosse pronto ad un confronto piuttosto rude con l’uomo che per primo è sceso in strada – e contro cui ha sparato un colpo di pistola intimidatorio che si è piantato in un muro – e poi con Di Palo che lo ha colpito con un pugno segnando la sua fine.
Giribaldi, che ha ammesso di aver fumato crack per giorni interi prima dell’omicidio, avrebbe di nuovo estratto la pistola per poi fare fuoco all’altezza del cuore. Un singolo colpo che ha ucciso quasi all’istante Di Palo, ex militante di Casa Pound e, sembra, anche lui consumatore di droga.
Un sospetto da confermare e che potrebbe essere legato alle prime dichiarazioni del presunto assassino che aveva parlato di cessioni di droga alla donna per “soggiogarla” e tenerla legata a sè.
Una storia, insomma, ancora tutta da chiarire e che potrebbe riservare altri colpi di scena.