Genova – A rotta di collo, giù per le scalinate della città, con il rischio di farsi male ma, soprattutto, di essere emulato e magari di travolgere qualche passante.
Fanno discutere le prodezze di un campione di downhill – la disciplina che prevede la discesa lungo piste dedicate sulle montagne con speciali biciclette – che scende lungo ripide scalinate aperte al pubblico e senza alcun supporto visibile di personale impiegato per garantire che la strada sia sgombera e senza pericoli per i pedoni.
Vengono certamente scelti orari particolari e a bassa probabilità di presenza di persone ma il “messaggio” che ne deriva non piace a tutti e c’è chi si domanda se sia “legale” procedere il questo modo lungo scalinate dove, teoricamente, potrebbe spuntare qualcuno ed essere travolto.
Polemiche che nascono lontano e in particolare quando l’attività viene fatta lungo sentieri e strade di montagna dove è possibile anche il passaggio di escursionisti e magari cani al seguito.
La ragionevolezza vorrebbe che le attività pericolose vengano effettuate su percorsi “speciali”, ben segnalati e distinti rispetto al passaggio di persone ma, come sempre, c’è chi crede che tutto sia consentito se è per il proprio divertimento.
A garantire la sicurezza e il rispetto delle Leggi dovrebbe pensare chi a questo compito è preposto e ci si domanda se sia possibile organizzare spettacolari discese a rotta di collo lungo scalinate e mattonate percorse da persone a piedi, senza allestire un percorso confinato, avvisando la popolazione dell’evento e magari impiegando del personale che blocca il passaggio al momento dell’impresa, per evitare una tragedia.
C’è poi il discorso “emulazione”. Un campione è certamente allenato, è dotato di grandi capacità atletiche e sportive e non inizia la propria carriera lanciandosi nelle imprese più azzardate. Spesso è ammirato ed è un punto di riferimento per i giovani e non è da escludere che qualcuno, spinto dalla voglia di eguagliarne le capacità e le imprese, si lanci senza la dovuta preparazione in gesta simili.
Ecco perché sarebbe buona norma spiegare, a chi sta per vedere le “imprese”, che non si deve tentare di ripeterle senza la dovuta cautela e preparazione.
Su chi, avendo anche responsabilità giuridiche, condivide i video e li promuove, senza rendersi conto (speriamo) dei pericoli, come Redazione preferiamo stendere un velo pietoso.
(nella foto un discesa organizzata e sicura)