Genova – Finirà quasi certamente in Tribunale lo scontro politico avvenuto nella sala rossa di Palazzo Tursi sul “caso” della bandiera di San Giorgio donata alla Esselunga ed ora esposta nel supermercato di via Piave.
Una bandiera particolare perchè donata al principe Michael di Kent in occasione della sua visita a Genova per commemorare le vittime del crollo del ponte Morandi e poi ri-donata dal principe alla città, nel 2020, in occasione dell’inaugurazione del nuovo ponte autostradale.
Un “simbolo” per i consiglieri del Partito Democratico che sarebbe dovuto restare nelle disponibilità del Comune o, al limite, usata in collegamento diretto con eventi legati alla memoria delle vittime e, invece è ora esposta in un supermercato di via Piave, ad Albaro in un contesto completamente scollegato.
Un dono inopportuno, insomma, secondo il Partito Democratico, un atto lecito risponde il Comune che ricorda che, per donazioni di modesto valore, non occorrono atti amministrativi particolari.
E proprio su questo punto potrebbe concentrarsi un eventuale ricorso al Tribunale perché la bandiera potrebbe in effetti avere un “valore” simbolico molto elevato e la sua donazione avrebbe dovuto essere oggetto, quantomeno, di una discussione pubblica.
Un giudice, insomma, potrebbe essere chiamato a stabilire quale sia il “valore” economico della bandiera.
Se la risposta fosse in linea con quella data dal Comune di Genova tutto finirebbe in una bolla di sapone ma se, invece, il togato valutasse come “di particolare importanza” il valore della bandiera, allora la posizione sin qui tenuta dalla civica amministrazione potrebbe vacillare.
A margine la valutazione – personale – dell’opportunità di esporre una bandiera simbolo di una tragedia che ha visto perdere la vita 43 persone, nei locali di un supermercato che si trova a diversi chilometri di distanza dai luoghi dei tragici fatti e in un ambiente che non ha nulla a che vedere con quella tragedia.
Resta da capire se un parere, almeno privato, sia stato chiesto ai familiari delle vittime del Morandi.
A porre fine alla questione, però, potrebbe anche arrivare un ulteriore donazione del vessillo, da parte di Esselunga, proprio al Comitato dei familiari delle Vittime del Morandi.