Genova – Si infiamma la discussione sulla notizia dell’arrivo di 220 migranti negli ex cantieri Costaguta di Voltri, nell’estremo ponente della città. L’allestimento delle prime 50 tende di quello che sembra diventerà un “campo profughi” sta destando molta preoccupazione tra la cittadinanza che non era stata adeguatamente informata della “scelta” e la reazione si preannuncia durissima.
Sul “caso” getta benzina la Cgil di Genova, sorpresa e molto scettica sulla decisione presa dal Governo.
“La decisione di montare delle tende negli ex cantieri di Genova Voltri per ospitare 50 migranti in arrivo da Lampedusa è inopportuna nel metodo e nel merito – si legge in una nota – Ancora una volta si è di fronte a soluzioni estemporanee e irrispettose che non tengono in considerazione le reali necessità di chi scappa da guerre, fame e violenze e si prestano a non essere comprese dal territorio destinato ad ospitarle”.
“Come più volte denunciato dal mondo dell’associazionismo – prosegue la Cgil genovese – che accoglie gran parte dei disperati che arrivano nel nostro Paese, non si tratta di numeri ma di persone in carne ed ossa che troppo hanno sofferto e che meritano una accoglienza degna di questo nome”.
Allestire una tendopoli per 50 migranti, sotto ai container impilati in terza fila a Voltri – denuncia la Cgil – significa voler evidenziare una situazione di emergenza, mentre un normale sistema di accoglienza in gran parte smantellato nel corso degli anni avrebbe trovato soluzioni naturali, non emergenziali, e rispettose della dignità di tutti. Oggi la vera emergenza è ricostruire la rete dell’accoglienza per garantire regole che evitino di spingere alla marginalità sociale questi esseri umani che a quel punto diventano facile preda di situazioni poco controllabili”.