cinghialeOrco Feglino (Savona) – Quattro cinghiali che precipitano lungo le falesie occupate da rocciatori in parete e il rischio concreto di un incidente che poteva avere ben altre tragiche conseguenze. A denunciare l’episodio sono i volontari dell’Osservatorio Animalista Savonese (OSA) che hanno raccolto le denunce e le testimonianze di chi, quel giorno ha sentito gli spari e visto i cinghiali terrorizzati che precipitavano per decine di metri lungo le pareti su cui erano “appesi” moltissimi appassionati di free climbing e di arrampicata in diverse discipline.
L’incidente è avvenuto in Val Cornei nel comune di Orco Feglino durante una giornata festiva nella quale appassionati di discipline diverse erano impegnati nello stesso territorio.
Da una parte una squadra di cacciatori di cinghiali e dall’altra rocciatori ed appassionati di arrampicata che hanno affollato le pareti e le falesie viste le ottime condizioni meteo.
Durante la battuta di caccia, però, alcuni animali hanno tentato la fuga lanciandosi a capofitto dalle pareti e precipitando nel vuoto. Una fuga disperata che li ha visti morire o restare gravemente feriti e che avrebbe potuto causare una tragedia se gli animali avessero colpito cadendo i rocciatori.
Inoltre, secondo gli ambientalisti, gli animali feriti sarebbero stati “finiti” in modo brutale, sotto gli occhi di persone amanti degli animali e contrarie alla Caccia.

L’osservatorio Savonese Animalista (OSA) ricorda che la caccia, nello specifico al cinghiale, “non ha nessun motivo di continuare ad esistere” e che l’abbattimento non risolve il problema del sovrannumero perché “la scienza ha dimostrato, disgrega i branchi e favorisce l’incremento della fertilità delle femmine e quindi il crescere di numero; ciò vale anche per la lotta alla peste suina: la caccia in braccata o in girata movimenta i branchi e moltiplica i contatti tra gli animali in fuga e quindi la diffusione del virus, soprattutto laddove, come in Liguria, la recinzione delle zone infette non è stata completata.

Gli ambientalisti di OSA continuano a ribadire che occorre urgentemente avviare studi e ricerche per attuare campagne di sterilizzazione con vaccini specie-specifici e considera “irricevibili” le dichiarazioni del capo-caccia che avrebbe dichiarato che “pagando una tassa avrebbe l’esclusiva dell’uso del territorio, prioritariamente rispetto ad arrampicatori, escursionisti, bikers e cercatori di funghi, le cui attività non mettono in pericolo persone ed animali, a differenza loro”.
Gli ambientalisti chiedono alla Regione Liguria a proibire subito la caccia sabato e domenica.