Genova – Si incontreranno domani mattina davanti ai cancelli, intorno alle 8, e si riuniranno in assemblea per decidere cosa fare rispetto al risultato, definito “disastroso” dell’incontro a Roma con i rappresentanti del Governo. Torna ad infiammarsi, alimentata dai timori per il futuro, la protesta dei lavoratori della ex Ilva di Cornigliano, oggi Acciaierie d’Italia.
Sul tavolo la situazione preoccupante degli stabilimenti, non solo a Genova, e il forte calo della produzione di acciaio che rischia di emarginare l’Italia dal mercato mondiale del settore. Una circostanza che fa crescere il timore che l’azienda, già impegnata sul mercato con altre produzioni, non voglia realmente investire nel rilancio.
Preccupazione che ha spinto i sindacati ad promuovere uno sciopero di 8 ore entro il 23 novembre quando si riunirà l’assemblea degli azionisti di Acciaierie d’Italia.
I lavoratori protestano anche per i ritardi nelle manutenzioni degli apparati e per i ripetersi di incidenti più o meno gravi che mettono a rischio la sicurezza e rallentano ancora di più la produzione.