Genova – Centinaia di enormi massi gettati su un fondale ricoperto da una delle praterie di posidonia oceanica patrimonio ambientale e centinaia di migliaia di euro per costruire una “diga soffolta” per difendere una attività privata. Divampano le polemiche dopo l’annuncio del progetto per la costruzione di una enorme diga di massi, lunga 100 metri e distante appena 35 metri dalla scogliera, per “difendere” la Marinella di Nervi, l’hotel super lusso che da anni è in ristrutturazione sulla passeggiata Anita Garibaldi.
Le reazioni più accese dalle associazioni ambientaliste che puntano il dito contro un progetto “pubblico”, pagato con denaro pubblico, a protezione di una struttura privata e una cascata di massi su una delle nursery del mare più preziose della costa genovese.
La pretesa difesa della costa dalle mareggiate, infatti, non spiega perché, con centinaia di chilometri di costa ligure, sia stato preso in esame proprio il tratto davanti alla Marinella, come se i fenomeni di erosione non riguardassero tantissimi tratti di costa “pubblica” come ad esempio la spiaggia di Voltri che attende opere di difesa a mare da oltre un decennio e se l’è già vista soffiare sotto il naso con la costruzione del “pennello” sotto un’altra proprietà privata.
Perplessità anche di natura ambientale visto che il tratto di mare interessato presenta sul fondale una delle praterie di posidonia oceanica più estese del litorale genovese. Caratteristiche note e presenti anche nel progetto approvato e che sta scatenando le proteste degli ambientalisti.
La prateria di posidonia è un luogo delicatissimo per l’ambiente naturale marino e moltissimi pesci vanno a deporre qui le loro uova. Inoltre la colonizzazione della posidonia, una vera e propria pianta, più simile all’erba che alle alghe, blocca il manto sabbioso del fondale garantendo la tenuta rispetto a fenomeni come quello della erosione delle coste.
Secondo gli ambientalisti sarebbe da incoscienti riversare centinaia di tonnellate di enormi massi sulla prateria poiché ne causerebbe la morte irrimediabile.
Il progetto risale al 2021 ed è direttamente collegato a quello per il recupero della Marinella a hotel super lusso (che avviato nel lontano 2017 ed ancora oggi in attesa di vedere la luce). L’apertura del complesso viene ritardata di mese in mese, ormai da tempo e l’ultima mareggiata ha distrutto parte della struttura (un gabbiotto esterno in legno) evidenziando ancora una volta la fragilità del progetto rispetto alle difese al mare, evidentemente fondamentali e, secondo molti, “di pertinenza di chi ne trae vantaggio”, ovvero i nuovi proprietari. Altrimenti avrebbero buon diritto tutti i concessionari di stabilimenti balneari della costa genovese a pretendere analogo trattamento.