Genova – Non tutti sanno che, nella Chiesa di San Matteo, è conservata la spada originale di Andrea Doria, uno dei personaggi più famosi della Storia di Genova.
Per poterla ammirare occorre scendere per salita del Fondaco, a partire da piazza De Ferrari e svoltando verso destra ci si imbatte nella celebre Chiesa di San Matteo, uno degli straordinari simboli della Genova medievale presenti nel centro storico della città.
I lavori della chiesa – ancora oggi formalmente abbazia della famiglia Doria – iniziarono nel 1125 e durarono sette anni. L’edificio era stato fortemente voluto da Martino Doria, che voleva appunto renderlo l’abbazia di famiglia e che decise di intitolarla a San Matteo: quest’ultimo, infatti, era stato un gabelliere, un pubblico ufficiale incaricato della riscossione delle tasse, la stessa attività della quale si occupava la famiglia genovese, che lo scelse, quindi, come proprio santo patrono.
Come detto, la consacrazione avvenne sette anni più tardi, nel 1132, dinanzi alla presenza di Papa Innocenzo II.
Nei secoli successivi l’edificio venne sottoposto a diverse opere di ristrutturazione, le quali piano piano ne delinearono la conformazione attuale.
Tra le storie più particolari riguardanti la Chiesa di San Matteo c’è quella, forse meno conosciuta, della spada di Andrea Doria, con ogni probabilità la figura più celebre di tutta la dinastia.
Per conoscere questa storia bisogna fare un salto in avanti di circa quattrocento anni rispetto al termine dei lavori dell’edificio. Nel 1535 ad Andrea Doria venne conferito da Papa Paolo III il più importante riconoscimento militare dell’epoca: la Gran Spada d’Onore.
Caratterizzata dal pomo e dalla cintura d’oro e con incastonate diverse pietre preziose, la spada aveva un valore inestimabile e venne sfoggiata dal nobile genovese in tutte le occasioni più importanti negli ultimi suoi venticinque anni di vita.
La spada venne sepolta insieme a lui e alla moglie, scomparsa già dieci anni prima.
Soltanto sei anni più tardi alla morte dell’ammiraglio, la spada venne rubata.
Il nuovo capofamiglia, Giovanni Andrea Doria, offrì una ricca ricompensa, che inizialmente non aiutò nella ricerca dei colpevoli. Fu soltanto più avanti, grazie ad una presunta soffiata, che venne trovato il ladro. Si trattava di un uomo di nome Mario Calabrese che lavorava all’interno delle navi dei Doria.
Calabrese venne a lungo interrogato, ma non ammise mai di aver commesso il furto e di essere a conoscenza di dove si trovasse la spada. Nonostante questo, venne giudicato colpevole e impiccato con una catena d’oro al collo in piazza San Matteo, davanti alla chiesa.
Passarono pochi giorni soltanto e la Gran Spada d’Onore venne ritrovata nei pressi di una fogna, completamente priva delle parti dorate e delle pietre preziose.
Venne così riposizionata all’interno della Chiesa di San Matteo dove è presente tuttora e dove è rimasta negli ultimi quattro secoli e mezzo, eccezion fatta per due parentesi durate qualche decennio: a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento, dopo la distruzione di alcuni simboli della famiglia Doria, venne spostata nella Villa del Principe per precauzione, mentre negli anni Settanta del secolo scorso fu momentaneamente trasferita a Palazzo Spinola, prima del riposizionamento attuale.