Genova – Nuova udienza per il processo per l’omicidio di un operaio che stava festeggiando la nascita del figlio con una freccia che lo ha fatto morire dissanguato. Questa volta a parlare sono stati gli avvocati della difesa di Evaristo Scalco che rifiutano in toto la richiesta, fatta dal pm, di condannare l’artigiano all’ergastolo per aver commesso l’omicidio per futili motivi e con l’ombra di motivazioni razziali.
A chiedere la pena massima prevista la PM che ha sottolineato come l’uomo abbia deliberatamente deciso di armarsi di arco e freccia, scegliendola tra quelle con la punta più devastante, e scoccare il dardo con l’intenzione di fare del male. Secondo l’accusa tra Scalco e Javier Miranda Romero sarebbe divampato un alterco per futili motivi, gli schiamazzi, e in fretta si era passati dalle parole agli insulti. A questo punto l’artigiano avrebbe imbracciato l’arco e scoccato la freccia, accompagnando il tiro riuscito con un “hai visto che fa male? Ti avevo avvisato”
Frasi ingiuriose e razziste e il tentativo di estrarre la punta della freccia dal petto della vittima, cosa che potrebbe aver peggiorato la situazione, sarebbero aggravanti.
Diametralmente diversa la ricostruzione della difesa secondo cui Scalco avrebbe perso la testa quando la vittima e un amico lanciarono un petardo in casa dell’artigiano – circostanza oggetto di contesa tra le parti – e solo con l’intenzione di spaventare e non di ferire e tantomeno di uccidere.
La difesa di Evaristo Scalco respinge anche la tesi del razzismo considerando che non ci sono prove nella vita dell’uomo che ha anche una compagna di origini argentine.
Secondo l’avvocato difensore l’ergastolo sarebbe una pena eccessiva anche perché Scalco è incensurato.