Genova – Non c’è pace per Martina Rossi, la ragazza genovese che morì precipitando da un balcone di un hotel, a Palma di Majorca, per sfuggire ad uno stupro. Dopo la condanna dei suoi due aguzzini ad appena 3 anni di reclusione, i genitori della ragazza hanno trascinato i due giovani accusati della morte in una causa civile per vederli condannare anche ad un risarcimento dei danni.
Nell’udienza del processo, però, i genitori di Martina sono rimasti choccati dalla decisione della difesa dei due giovani – che non hanno mai ammesso il tentativo di stupro – di sostenere in aula che la ragazza avrebbe in parte una responsabilità, in quanto avvenuto, poiché mise a repentaglio la sua stessa vita scavalcando la balaustra del terrazzo per scappare.
Una scelta che ha lasciato di sasso i genitori di Martina che, ancora una volta, hanno dovuto affrontare “accuse” rivolte alla loro figlia per quanto accaduto quella tragica sera.
La forza della famiglia di Martina trae origine proprio dalla volontà di “fare Giustizia” e di compiere ogni passo possibile per far punire i due ragazzi che, con la loro condotta, causarono la tragica morte di una ragazza che stava solo trascorrendo le ferie estive con le amiche.
Chiaramente è dovere di ogni avvocato tentare ogni strada legalmente percorribile per difendere il proprio assistito e garantire la migliore difesa ma le affermazioni fatte in aula hanno profondamente colpito i familiari e gli amici della vittima che, a distanza di tempo, viene addirittura considerata co-responsabile dell’accaduto.
Il magistrato che segue il caso potrebbe respingere la tesi formulata dalla difesa e certamente i genitori di Martina si augurano che le cose vadano effettivamente così.