Genova – “La cosa più emozionante del convegno di Storia a Palazzo Ducale? Il blitz degli anarchici“. La battuta, raccolta al termine dell’evento, sintetizza egregiamente il tentativo di rendere “pop” un argomento straordinario, ma ai più “indigesto”, come la Storia ed in particolare quella della città di Genova durante il medioevo.
Neppure il tentativo di introdurre nello “spettacolo” un divulgatore di fama e con un seguito da star sui social come Alessandro Berbero ha evitato che in sala, specie nelle file più arretrate, si diffondessero gli sbadigli e gli sguardi vacui di chi vorrebbe trovarsi altrove.
Certamente nessuno potrebbe definire “flop” il convegno “l’Impero di Genova”, considerando gli oltre 5mila partecipanti e l’elenco dei relatori davvero impressionante e di primissimo piano ma sarebbe interessante – e utile – domandare, magari con un sondaggio, quanti dei partecipanti non addetti ai lavori, tornerebbe in futuro ad un evento simile.
Il tentativo di rendere “pop” la Cultura è stato lodevole ma ben hanno fatto i relatori invitati a guardarsi bene dal tentare di trasformarla in questo senso, a rischio di svilirla.
Ben lo ha dimostrato lo stesso Alessandro Barbero che, sebbene seguito da un esercito di follower sui social e adorato tra i divulgatori, non ha certo brillato nel suo intervento.
Dopo essersi scusato perché il periodo in questione non è tra i suoi “pezzi forti”, infatti, Barbero ha semplicemente tentato di riallacciare gli interventi di validissimi e profondi conoscitori dell’argomento e non è andato oltre il “riassuntino”.
Voto del pubblico: 6 — (sei meno meno). Ma “suo malgrado” perché il contesto non permetteva i voli pindarici e la ricchezza di aneddotica che sono tipici dei suoi interventi, generalmente più “ridotti” come fascia di tempo esaminata, e lontani dai confronti ovviamente ingenerosi con i “tecnici”, gli storici più attenti ai dati che al “colore”.
Voti ben più alti hanno infatti raccolto gli altri relatori che, però, ascoltati da chi non mastica l’argomento sono risultati scolastici e sin troppo rigidi nelle argomentazioni.