Genova – Sarà un’indagine della magistratura ad accertare le circostanze e le eventuali responsabilità della morte del 28enne trovato impiccato in una cella del carcere di Marassi.
Il giovane è il 15esimo detenuto suicida, dall’inizio dell’anno e rappresenta la punta dell’iceberg dell’emergenza carceri, tra celle sovraffollate, mancanza di personale e carenza di servizi di sostegno alle persone che sono costrette a viverci in condizioni che l’Unione Europea considera indegne.
Il giovane, di nazionalità marocchina, si sarebbe impiccato dopo aver manomesso il cancello che porta alla sua cella, in modo da tardare i soccorsi e impedire che le guardie di sorveglianza, scoperto il fatto, potessero intervenire rapidamente salvandogli la vita.
Una scelta tragica compiuta a soli tre mesi dalla fine della pena.
Condizioni di vita, quelle nelle carceri italiane che vengono denunciate a più riprese dalla stessa polizia penitenziaria secondo cui ci sarebbero 12mila detenuti in più nelle carceri italiane e mancherebbero migliaia di agenti per poter garantire la sicurezza all’interno delle strutture.