Genova – Potranno uscire di prigione per lavorare con l’istituto dell’affidamento in prova i due uomini condannati nell’ottobre del 2021 per aver tentato di violentare la studentessa Martina Rossi che cadde dal terrazzo dell’albergo dove risiedeva in vacanza e perdendo la vita mentre tentava di scappare.
A deciderlo il tribunale di sorveglianza di Firenze che ha concesso ai due, condannati a tre anni di reclusione, la possibilità di uscire dalla cella e “redimersi” lavorando per la collettività con l’affido a speciali servizi rieducativi.
La notizia riempie di delusione e rabbia i familiari e gli amici di Martina, la studentessa morta durante una vacanza a Palma de Majorca e che, per anni, hanno combattuto una durissima battaglia legale per veder riconosciuto il fatto che la ragazza non si era suicidata e non era caduta perchè in stato confusionale, come si era stabilito nel 2011, all’epoca dei fatti.
Piano piano la verità è emersa e i due studenti che all’epoca dei fatti tentarono di violentare Martina sono stati alla fine condannati per le loro responsabilità.
Resta la delusione per la sanzione inflitta ai due, tre anni di reclusione, e per il fatto che ora i responsabili della morte della giovane potranno uscire dal carcere e condurre una vita quasi normale.
Non un desiderio di vendetta ma, piuttosto, di un esempio per quanti considerano quanto avvenuto come un reato “leggero”, soprattutto per l’assenza di pentimento ufficiale da parte dei responsabili.