Chef Rubio aggreditoCheGenova – Un presidio di protesta in solidarietà a Chef Rubio aggredito e malmenato sotto casa da un gruppo di persone che la vittima identifica come “ebrei sionisti”. Appuntamento alle 16,30 davanti al Cap di via Albertazzi per il Colletivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova per esprimere la propria vicinanza a chef Rubio e contro l’aggressione che ha subito e che ha causato ferite anche piuttosto gravi e il danneggiamento dell’auto sulla quale era presente il seggiolino del figlio che fortunatamente non era in auto al momento dell’assalto-
Secondo quanto testimoniato da Chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini, un gruppo di persone lo avrebbe atteso nelle vicinanze della sua abitazione e quando è emtrato con l’auto hanno bloccato il cancello e sono corsi in gruppo a colpirlo con calci epugni e sfondando il vetro dell’auto con pietre e bastoni.
Secondo Chef Rubio, noto per le sue posizioni pro Palestina, ad organizzare e mettere a segno il blitz sarebbe stato un gruppo di “ebrei sionisti”.

“Ieri sera il nostro fratello Chef Rubio – scrive il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali – è stato aggredito e pestato a sangue da una squadraccia sionista che gli ha teso un agguato sotto casa.
Chef Rubio è sempre stato dalla parte della resistenza del popolo palestinese senza se e senza ma e ne ha sempre pagato il prezzo.
Non è un caso che questo tentativo di intimidazione verso chi in Italia si schiera quotidianamente contro il sionismo fascista israeliano sia avvenuto proprio nel 76 esimo anniversario della Nakba.
È non è nemmeno un caso che sia successo proprio nella capitale, dove lo scorso 25 aprile la Brigata Ebraica ha attaccato con bombe carta il presidio degli antifascisti con la complicità delle forze dell’ordine schierate in loro difesa e nel silenzio delle forze cosiddette democratiche presenti.
L’ aggressione al nostro fratello Rubio da parte di una squadraccia sionista non è accettabile.
Negli ultimi mesi abbiamo visto in diretta TV il genocidio del popolo palestinese mentre l’Occidente tutto predicava il “diritto di Israele a a difendersi”. E ora lo vediamo anche a casa nostra come si difende “l’unica democrazia del Medioriente”. Un metodo che il popolo palestinese conosce da oltre 70 anni.
Una risposta va data e subito contro quello che oggi rappresenta lo stato fascista e sionista di Israele. Perché se pensano di farci paura sì sbagliano di grosso.
Chi tocca uno tocca tutti!”