Ventimiglia (Imperia) – Sarà l’autopsia a chiarire con certezza le cause del decesso del Migrante trovato ormai cadavere in una tenda dell’accampamento della vergogna, sotto il cavalcavia di Roverino, nel greto del torrente Raoya, dove si ripara da tempo un numero imprecisato di disperati che tenta di passare il confine con la Francia ma viene regolarmente “rispedito” in Italia. Un “limbo” dove interi gruppi di Migranti vivono in condizioni infernali nel silenzio delle istituzioni che preferiscono non vedere piuttosto che intervenire in modo concreto.
La vittima sarebbe un 32enne originario del Senegal che, secondo le prime testimonianze degli amici era probabilmente molto malato da tempo e potrebbe essere morto per la mancanza di cure e per le condizioni allucinanti in cui è stato costretto a vivere.
Sul posto, chiamati da altri Migranti, sono intervenute le forze dell’ordine che hanno subito chiamato i soccorsi ma per l’uomo non c’era purtroppo più nulla da fare.
Ora si cerca di risalire all’identità dell’uomo per poter avvisare la famiglia e permettere il rimpatrio della salma per i funerali.
Il medico legale stabilirà le cause del decesso escludendo segni di violenze che potrebbero far pensare ad un altro scenario.
Dure le reazioni alla vicenda. Il sindaco di Ventimiglia Flavio Di Mauro chiede che gli accampamenti nel greto del Roya vengano smantellati ma non ha specificato quale riparo verrebbe offerto in alternativa dal Comune della cittadina di confine mentre la Cgil di Imperia ha ricordato che circa un anno fa il Ministro Piantedosi, in visita a Ventimiglia, aveva promesso l’apertura di un Pad, punto di accoglienza diffusa.
“Nulla è stato fatto – denuncia la Cgil – Oggi arriva la notizia di un migrante morto nei pressi del fiume Roja in una sistemazione di fortuna. Questo Governo non dovrebbe utilizzare il termine “accoglienza” quando tratta delle politiche migratorie, perché utilizzarlo è fuorviante e non risponde alla realtà”.
“Sono anni – prosegue la nota della Cgil – che la città di frontiera è scenario di questa condizione in cui i migranti sono costretti a dormire all’addiaccio, rivolgersi alle strutture di volontariato per i pasti, soffrire il freddo d’inverno e il caldo d’estate: gli sgomberi non servono a niente perché se non riescono ad entrare in Francia i migranti tornano esattamente nello stesso luogo. La Cgil chiede che si metta fine a questa drammatica condizione e si inizi a trattare queste persone come esseri umani, iniziando ad accoglierli in modo dignitoso e per evitare che tragici episodi come quello di oggi tornino a ripetersi”.
Quello di Ventimiglia è infatti uno dei punti passaggio dei flussi migratori verso la Francia e verso i Paesi con politiche di accoglienza ed integrazione che funzionano. I Migranti, per la stragrande maggioranza, non desidera restare in Italia e vorrebbe proseguire il viaggio ma il Trattato di Dublino, siglato dal Governo italiano e mai modificato negli anni, prevede che i Migranti che sbarcano in Italia debbano restare sul territorio italiano per concludere l’iter per il riconoscimento dello status di rifugiato.
Un percorso burocratico che può durare anni e che “blocca”, con il benestare del Governo italiano che ha sottoscritto il trattato, i Migranti nel nostro paese.
Chi cerca di passare il confine e viene scoperto viene rispedito in Italia senza troppi complimenti e sono migliaia, ogni anno, i disperati che cercano in ogni modo di attraversare il confine con la Francia.
Una situazione esplosiva che vede addirittura la gendarmerie francese “libera” di entrare in territorio italiano, in alcune zone, per effettuare controlli e respingimenti scatenando le proteste di Sindaci e residenti dei paesi dell’entroterra del confine. Il tutto nel silenzio delle autorità italiane.
(Foto di Archivio)