Genova – Spot elettorali trasmessi attraverso pannelli e Tv pagati da Esselunga all’emittente Primocanale e non inseriti correttamente nei bilanci ufficiali. La lente di ingrandimento dei giudici che indagano sul presunto giro di mazzette e favori che ha causato un terremoto politico in Liguria si sposta ora sui rapporti che sarebbero intercorsi tra la società della grande distribuzione che per la prima volta con l’amministrazione Bucci ha aperto un supermercato in Liguria e l’emittente televisiva Primocanale. A darne notizia questa mattina, in un dettagliatissimo articolo, la Redazione de Il Secolo XIX in edicola e sulle pagine web del quotidiano. Secondo l’ipotesi investigativa – da confermare con le verifiche contabili e documentali della Guardia di Finanza – ci sarebbe stato un rapporto anomalo tra il numero degli spot e dei messaggi trasmessi sui maxi pannelli dell’emittente, in cima al grattacielo che ospita l’azienda – e quelli pagati da Esselunga e si sospetta che la “differenza” sia stata dirottata a pagare gli annunci elettorali della campagna per la rielezione del Sindaco Bucci, certamente molto vicino all’azienda lombarda della Grande Distribuzione Organizzata.
Un passaggio effettuato attraverso la programmazione di spot per la Lista Toti per Bucci in alternativa a quelli che dovevano essere riservati al marchio dei Supermercati.
Un investimento per complessivi 150mila euro che potrebbe rappresentante un grosso problema se venisse accertato – sempre che non si tratti di errore amministrativo interno – perché non risulterebbe “a bilancio” come invece sembra risultare per altri contributi elettorali di imprenditori che hanno ricevuto “attenzione” dagli amministratori locali ma che – salvo sorprese nelle indagini in corso – hanno sempre finanziato “in chiaro” (con bonifici tracciabili e a norma di Legge) le campagne elettorali e le iniziative politiche di molti esponenti locali.
Gli accertamenti fiscali, amministrativi e legali in corso potranno evidenziare o meno irregolarità che possono appesantire (o meno) la posizione degli indagati nel presunto scandalo che ha portato all’arresto, lo scorso 7 maggio, del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, del suo ex capo di Gabinetto Matteo Cozzani, scarcerato anche dalla Procura di La Spezia a seguito delle dimissioni che impediscono di fatto la ripetizione dei reati, dell’ex presidente dell’Autorità Portuale Paolo Signorini (ancora in carcere) e dell’imprenditore portuale Aldo Spinelli.
Resta poi da capire chi abbia eventualmente “chiesto” il sospettato dirottamento dei fondi alla programmazione degli spot visto che Esselunga nella sua difesa, afferma di aver delegato ad una agenzia pubblicitaria la gestione delle campagne promozinali del Marchio e che l’emittente Primocanale replica alle accuse affermando di aver inserito tutti gli incassi a Bilancio ed in maniera regolare.
Una questione di “lana caprina” che andrà dipanata con attenzione per fare chiarezza prima di contestazioni ancora al vaglio dei giudici del team che indaga sul caso.