Genova – Ancora nessun progetto presentato da Genoa e Sampdoria o da un “terzo” per il rinnovo dello stadio Luigi Ferraris in vista degli Europei di calcio del 2032 e i tempi si fanno sempre più stretti.
Il sindaco Bucci ha già dichiarato la volontà di arrivare il prima possibile ad una decisione sulla cessione o vendita dello Stadio ma le squadre cittadine sembrano fare “orecchie da mercante” sulla vicenda, forse più interessate a gestire le problematiche interne che ad avventurarsi in un progetto che rischia di costare moltissimo e rendere assai poco.
E così il tempo diventa sempre più stretto per accedere poi ai fondi che l’Italia metterà a disposizione per rinnovare i cinque stadi che ospiteranno le partite degli Europei del 2032 che Italia e Turchia si sono aggiudicate presentando un progetto “a due” che però riduce della metà il numero delle strutture interessate.
Delle dieci candidature iniziali, infatti (Genova, Milano, Torino, Verona, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Cagliari) ne verranno dunque scelte solo 5 e come recita il detto “che prima arriva meglio alloggia” e un ritardo sulla presentazione dei progetti rischia di compromettere la corsa genovese a ricevere i fondi necessari.
Al momento nessuna delle squadre cittadine sembra interessata alla questione e tranne ostacolare la scelta di uno spostamento in altra sede dello Stadio – richiesta fatta più volte dal quartiere di Marassi che subisce la servitù dello stadio con tutti i suoi disagi – non ci sono passi avanti o trattative in corso.
La possibilità di un “terzo” in gara appare poco percorribile visto che, finiti gli Europei, la struttura resterebbe un costo spropositato che non a caso le due squadre cittadine non hanno mai realmente voluto accollarsi.
Tra ritardi nei pagamenti dei canoni, costi di gestione elevatissimi e rischio proteste dei residenti per lo stadio in mezzo alla città, l'”affare” sembra molto poco appetibile.
A meno che, non spunti l’ipotesi di un uso “promiscuo” della nuova struttura, magari con un centro commerciale all’interno e nuove strutture in grado di richiamare un pubblico più numeroso (il numero degli spettatori è in continuo calo) e soprattutto non uno o due giorni alla settimana.
Il Ministro dello Sport Abodi ha manifestato il suo “gradimento” per la scelta dello stadio Ferraris ma da qui al progetto per la ristrutturazione e alla vendita-cessione il passo è ancora lungo.