Genova – Dimissioni sempre più probabili e vicine per il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ai domiciliari nella villa di Ameglia, nello spezzino, ormai dal 7 maggio scorso.
Il logoramento delle indagini, l’isolamento ai confini della Liguria e le difficoltà crescenti con gli “alleati” potrebbero giocare un ruolo importante nella decisione anche se, per la Giustizia italiana, Toti è innocente sino al terzo grado di giudizio e sino a sentenza passata in giudicato.
Per l’ex ministro Claudio Scajola un “sacrificio ingiusto ma necessario”, parole che, da sole dicono molto sul dibattito interno al centro destra e che certamente non sono avventate.
Una decisione che i rumors danno per imminente anche perché consentirebbe di rientrare nella tornata elettorale dei primi di novembre, senza eccessiva dilatazione temporale ma, soprattutto con una maggioranza ancora “solida” secondo i rilevamenti dei sondaggi.
La normativa indica in 60 giorni il tempo che deve trascorrere tra la ufficializzazione delle dimissioni e le nuove elezioni quindi, come si dice, “il tempo stringe”.
Più complessa la decisione del “successore” anche se nulla vieta allo stesso Toti di ricandidarsi visto che la Liguria non ha recepito la legge che limita a due i mandati elettivi e potrebbe ricorrere alla Corte Costituzionale contro la legge che fissa un limite alle candidature, con buona probabilità di veder accolto il proprio ricorso.
Di certo una candidatura che non incontrerebbe il favore di molti, specie tra gli alleati visto che è già in atto la consultazione interna nei vari partiti. Se la Lega vedrebbe bene la conferma dell’attuale presidente ad interim Alessandro Piana o la candidatura di Sonia Viale, il partito della presidente del Consiglio Meloni, Fratelli d’Italia, non nasconde il desiderio di “contare di più” visti i risultati delle elezioni europee e la conferma di un partito ancora in crescita e che potrebbe a buon diritto reclamare un candidato presidente.
Spunta anche la possibilità di un candidato scelto nella società civile e magari “gradito” ai partiti di maggioranza che hanno sostenuto e sostengono Toti anche in questo momento di evidente difficoltà.
Sul fronte opposto, situazione ancora estremamente fluida. L’ex candidato del Centro sinistra Ferruccio Sansa valuta la possibilità di confluire in un partito e continua il martellamento sull’avversario attraverso i social dove si parla neppur tanto “a fil di penna” di un accordo allo studio per “barattare” le dimissioni da presidente della Regione Liguria con un seggio sicuro per Roma (quello di Rixi) che consentirebbe anche una difesa più “serrata”, grazie all’immunità parlamentare, per l’eventuale dimissionario Toti.
In ordine sparso arrivano poi le “prove” per un accordo per una conferma di quel “campo largo” che ha chiamato a raccolta i liguri, poche settimane fa, nell’adunata di piazza De Ferrari.