Genova – I lavori vanno avanti da mesi e l’ingresso della prima galleria della Gronda, è visibile da settimane lungo la rampa che collega il casello di Genova Est all’autostrada A12, ma in molti si accorgono solo adesso della nascita della prima delle gallerie previste dalla costruzione della Gronda.
Per prima cosa, tra maggio e giugno, gli operai e i tecnici hanno disboscato l’area sia sul lato verso Staglieno, sotto il tracciato del Trenino di Casella, che sul lato di Begato, dopo l’esproprio di molte abitazioni rurali, poi sono iniziati gli scavi per la costruzione della viabilità di servizio e, infine, sono iniziati gli scavi della galleria e, nel mentre veniva realizzata la parte “esterna” che da l’impressione che la galleria sia in uno stato di avanzamento ben maggiore di quanto non lo sia realmente.
Sul lato opposto del monte, nella zona di Begato, tecnici ed operai hanno iniziato disboscando tutto il fianco della collina e costruendo una viabilità di servizio che molto probabilmente servirà al movimento dei mezzi di cantiere.
Sono state espropriate e svuotate alcune casette rurali che ora giacciono abbandonate e svuotate dando al luogo un’aria spettrale.
Al momento nessun segno della galleria in corso di scavo dal versante opposto ma vengono realizzate palificazioni sotterranee che probabilmente servono al consolidamento del terreno.
Intanto cresce la preoccupazione di ambientalisti e amanti della Natura che vedono la colata di cemento e la devastazione della zona come l’ennesima ferita inferta al verde urbano.
Perplessità anche per la presenza nella zona delle tracce dell’antico acquedotto romano di cui resistono alcuni pezzi, semi sepolti dalla vegetazione e che potrebbero “interferire” con la realizzazione dell’opera. Ci si domanda se, in tal caso, a prevalere sarà l’avanzata del progresso o il rispetto delle antiche vestigia della città.