Genova – Un mese di tempo per decidere sull’ipotesi di portare a processo le novità emerse dalle indagini sul cosiddetto “delitto del trapano” che provocò molto scalpore nel capoluogo ligure per la morte di Maria Luigia Borrelli, uccisa in un basso del centro storico con una punta da trapano.
I giudici del tribunale del Riesame hanno preso tempo sino a 23 ottobre per decidere sulla possibilità di processare il carrozziere di 65 anni che risulta avere il DNA trovato nelle tracce di sangue del luogo del delitto e che conosceva l’elettricista che lavorava nel basso per ristrutturarlo e che fu il primo sospettato del delitto.
L’omicidio di Maria Luigia Borrelli avvenne 29 anni fa in un locale di vico Indoratori dove la donna si prostituiva dopo il normale lavoro di infermiera, per ripagare un debito contratto dal marito.
Ed anche il nuovo sospettato sarebbe un ludopatico con continue necessità di reperire il denaro per giocare e per ripagare i debiti di gioco.
Una condizione che lo avvicina ulteriormente all’ambiente dove sarebbe maturato il delitto secondo l’inchiesta e che potrebbe giustificare un gesto violento considerando che anche la donna prestava denaro con interessi e potrebbe essere questo il movente del delitto.
Probabile che gli inquirenti chiedano una nuova perizia sul DNA trovato nel locale dell’omicidio e una nuova valutazione potrebbe essere richiesta anche dalla difesa per accertare che davvero le tracce ritrovate appartengano all’uomo indagato.