ricerca provetteRapallo (Genova) – Sarà un’indagine della Procura di Genova a chiarire le circostanze del decesso di un uomo di 49 anni che è stato trovato morto nell’abitazione dove viveva con l’anziana madre. L’autopsia ordinata dal magistrato che segue il caso accerterà se, come sembra emergere, l’uomo abbia utilizzato un kit per il suicidio acquistato nel dark web, quella parte dell’Internet dove si possono trovare droghe, armi e dove si organizzano affari poco leciti schermati (apparentemente) da particolari software che garantiscono l’anonimato.
L’uomo soffriva di una grave depressione e già in passato si era rivolto alle associazioni che aiutano le persone che desiderano togliersi la vita in caso di gravi malattie, di malattie incurabili o che scelgono di non proseguire terapie dolorose o comunque invalidanti. La richiesta, però, era stata respinta in quanto l’uomo non era riuscito a provare di rientrare nelle categorie speciali per le quali scattano gli “aiuti”.
Probabilmente l’uomo non si è arreso ed ha cercato sul darkweb qualcuno che potesse procurargli i farmaci, nelle dosi corrette, ma anche le procedure per togliersi la vita in modo autonomo e senza soffrire.
L’indagine è stata aperta con l’ipotesi di accusa di “istigazione al suicidio” ma anche di traffico di sostanze pericolose e gli accertamenti della polizia postale potranno risalire alle persone contattate e che “credono” di essere anonime e irrintracciabili mentre nulla si muove sul web senza lasciare una traccia.
L’autopsia dirà se l’uomo abbia ingerito o assunto in qualche modo dei veleni e se i contenitori che sono stati trovato in casa contengano tracce di sostanze mortali.

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