Genova – Cordoglio cittadino per la morte di Marco Ricci, l’operaio di 39 anni precipitato nel vano ascensore in costruzione di un cantiere nell’area del Memoriale per il ponte Morandi, a Rivarolo.
Ricci è stato dichiarato deceduto dopo il periodo di osservazione che, per legge, viene attivato quando i medici rilevano la cosiddetta “morte cerebrale” ovvero la fine dell’attività del cervello nel corpo di una persona che presenta altre funzionalità primarie, come il battito cardiaco, che invece sono attive.
L’ennesima morte sul lavoro, in un cantiere simbolo come quello del memoriale delle vittime del Ponte Morandi, ha suscitato un’ondata di sdegno e rabbia perché certamente si tratta di un evento che poteva (e doveva) essere evitato.
Sull’episodio indaga la Procura di Genova e l’ispettorato del Lavoro che sta verificando se tutte le misure di sicurezza del cantiere erano state attivate e se davvero, come emergerebbe da una prima ricostruzione degli eventi, Ricci sia precipitato per una decina di metri all’interno del vano ascensore vuoto ed in costruzione la cui apertura risultava aperta e protetta solo da alcune assi non bloccate.
Indaga invece su appalti e sub appalti la Procura per accertare se il Comune di Genova, titolare dell’opera, abbia correttamente affidato i lavori ad una azienda che li ha poi sub appaltati, forse parzialmente, ad un’altra ditta. Passaggi che da sempre i sindacati di categoria considerano la fonte primaria di “risparmi” che spesso si riversano a cascata proprio sul rispetto delle misure di sicurezza.
E non a caso i sindacati di Cgil, Cisl e Uil hanno diffuso commenti di fuoco sull’ennesima tragedia costata la vita ad un operaio che è uscito al mattino per andare a lavorare e non è più tornato.

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