Genova – Saranno le riprese delle telecamere ad altissima definizione presenti nello stadio Luigi Ferraris di Marassi a fornire alla Digos le prime importanti informazioni per le indagini sullo striscione esposto durante la partita Sampdoria – Carrarese.
Sugli spalti della Gradinata Sud è apparso un mega striscione contro il giornalista dell’emittente TV Primocanale, Michele Varì.
Frasi sconnesse e minacciose, apparentemente senza senso, che potrebbero avere degli “antefatti” secondo quanto emergerebbe dalla denuncia presentata dallo stesso giornalista alla polizia.
Estratte dai video le immagini dei “tifosi” che sorreggevano lo striscione, le forze dell’ordine passeranno al vaglio le foto segnaletiche e le immagini già acquisite e già identificate sino a dare un nome ai volti e poi scatteranno le denunce e i Daspo.
Delusione del mondo giornalistico per la mancata presa di posizione della Società e delle tifoserie “ufficiali” della squadra blucerchiata contro il gesto intimidatorio e che nulla a che fare con la tradizione sportiva della Sampdoria.
Nonostante il Comunicato diffuso da Associazione dei Giornalisti e Ordine dei Giornalisti, insieme ai gruppi USSI e dei Cronisti Liguri, infatti, la “risposta” è stata giudicata debole e poco incisiva. Un pessimo segnale per tutto il Calcio italiano che dovrebbe invece prendere le distanze e stigmatizzare ogni gesto e condotta inconciliabile con lo spirito sportivo.
La Giustizia italiana arriverà dove altri non sono potuti (o non hanno voluto) arrivare: punire i responsabili senza se e senza ma.
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