Elon Musk saluto romanoGenova – Reazioni indignate anche in Liguria, da parte delle persone autistiche e delle famiglie con figli con sindrome dello spettro autistico, contro le dichiarazioni usate per cercare di minimizzare lo “scivolone” del miliardario americano Elon Musk alla cerimonia di insediamento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
“Come genitori di bambini e ragazzi neurodivergenti – precisa Marco Macrì, portavoce dell’associazione Genova Inclusiva – riteniamo inaccettabile che il gesto di Elon Musk, apparentemente assimilabile a un saluto romano, venga minimizzato o giustificato con affermazioni del tipo “si esprime così”, riferito al fatto che Musk risulta essere Asperger ovvero neurodivergente. I nostri figli, che affrontano ogni giorno difficoltà legate alla loro condizione, non si esprimono in questo modo. È offensivo e ipocrita leggere giustificazioni di questo genere da figure pubbliche o da chi dovrebbe invece promuovere valori di inclusione e rispetto”.
Secondo l’associazione Genova Inclusiva, Elon Musk, con il peso della sua visibilità e influenza, potrebbe e dovrebbe invece scusarsi e condannare fermamente simili gesti ed essere un esempio positivo. Potrebbe e dovrebbe utilizzare la sua posizione per denunciare politiche discriminatorie, come quelle sostenute da partiti quali AfD in Germania, che propongono l’istituzione di classi differenziali per studenti con disabilità. Una segregazione che, di fatto, ricorda l’apartheid negli Stati Uniti tra bianchi e neri.

“In Italia, purtroppo – denuncia Macrì – la situazione non è molto migliore. I nostri governanti continuano a ignorare le esigenze delle famiglie e dei bambini con disabilità, proponendo misure inadeguate, come “giri in moto” invece di cure adeguate, e introducendo algoritmi che, di nascosto, minano l’inclusione scolastica”.

“Quello che emerge – spiegano ancora i genitori di Genova Inclusiva – è un pericoloso doppio standard: i ricchi e potenti vengono giustificati o idolatrati, mentre le persone comuni, spesso già svantaggiate, vengono stigmatizzate e dimenticate. Noi, come famiglie, diciamo basta. Chiediamo una presa di posizione chiara e azioni concrete per contrastare ogni forma di discriminazione, garantire pari diritti ai nostri figli e promuovere una società realmente inclusiva”.

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