HomeGenovaCronacaGenova, assalto al Liceo Da Vinci, il racconto degli studenti

Genova, assalto al Liceo Da Vinci, il racconto degli studenti

Genova leonardo da vinci aggressione fascistaGenova – Mentre proseguono le indagini sull’assalto al Liceo Leonardo Da Vinci nella notte tra sabato e domenica, non si placano le polemiche su presunti ritardi nell’intervento delle forze dell’ordine, sollevate prima dai genitori degli studenti e ora anche dagli stessi ragazzi.
In un articolo pubblicato sul Magazine scolastico “Voce del Leo” la vicenda viene ricostruita passo per passo, offrendo una fotografia di quanto sarebbe avvenuto la notte in cui un manipolo di ragazzi ha fatto irruzione nella scuola, armati di bastoni e spranghe in metallo” cantando inni fascisti, inneggiando al duce e tracciando svastiche sui muri di alcune classi.
La pubblicazione, presente con pagine social, riporta che la Redazione ha sentito i testimoni della vicenda per poter scrivere la ricostruzione che pubblichiamo di seguito per completezza dell’Informazione su quanto avvenuto, in attesa che siano le indagini in corso a ricostruire compiutamente e con precisione, quello che è successo:
“La notte tra il 25 e il 26 ottobre – riporta Voce del Leo – al liceo Leonardo da Vinci, durante l’occupazione pacifica e democratica degli studenti, votata in assemblea d’istituto con lo scopo di sensibilizzare riguardo tematiche di attualità che non abbiamo la possibilità di approfondire durante le lezioni, è avvenuta un’aggressione criminale da parte di esterni”.
“Gli incursori – prosegue l’articolo-racconto – che erano ragazzi tra i 15 e i 17 anni, hanno sfondato la porta sul retro usando tubi metallici presi dal cantiere lì accanto e sono entrati nell’edificio causando danni alla struttura e agli arredi e imbrattando le pareti. Già a partire dalle 22:12 gli studenti all’interno della scuola erano stati allertati dell’arrivo di soggetti sospetti che avevano intenzione di entrare. Dopo un po’ di tempo i pochi individui si sono trasformati in decine di persone che spingevano per accedere alla struttura . Gli studenti hanno cercato di fermarli chiudendo il cancello ma intorno alla mezzanotte gli aggressori sono riusciti a fare una pressione tale da sfondarlo ed entrare così nel parcheggio della scuola”.
“A questo punto – prosegue il racconto della Voce del Leo – alle ore a 00:04 è avvenuta la prima chiamata al 112 da parte di uno studente allarmato. Il gruppo di teppisti il gruppo di teppisti, formato da circa 50 persone, ha iniziato ad accalcarsi contro la porta d’ingresso situata nel parcheggio, a lanciare bottiglie, e a spingere per accedere, minacciando verbalmente e fisicamente le persone all’interno e inneggiando al Duce. I ragazzi che facevano sorveglianza all’entrata hanno presto compreso che la situazione stava diventando ingestibile e hanno ordinato a tutti gli altri di lasciare la scuola e di chiamare le forze dell’ordine”.
“Nel frattempo – spiega ancora il resoconto – gli incursori hanno preso tubi metallici che si trovavano nei ponteggi del cantiere sul retro della scuola e hanno iniziato a utilizzarli per spaccare i vetri della porta d’ingresso e per aggredire i ragazzi dall’altra parte riuscendo così ad entrare intorno alla 00:20 gran parte degli studenti presenti all’interno del Leonardo da Vinci erano stati fatti evacuare e avevano continuato a chiamare la polizia sperando in un intervento”.
Secondo quanto riporta il magazine scolastico, una sorta di giornalino che circola tra gli studenti, le forze dell’ordine non avrebbero risposto al grido d’aiuto dei ragazzi “tra mezzanotte e l’una” ed avrebbero anche risposto a chi insisteva chiamando che sarebbero intervenuti il prima possibile.
“All’una – prosegue ancora il racconto – degli studenti sono tornati nel parcheggio e hanno trovato alcuni degli aggressori che probabilmente erano spaventati dal possibile arrivo della polizia e stavano valutando se entrare o meno. Dopo aver atteso alcuni minuti hanno deciso di fare nuovamente irruzione minacciando i ragazzi presenti che si sono allontanati”.
Il racconto pubblicato dalla Voce del Leo prosegue con la descrizione dei danni trovati all’interno della scuola, subito dopo il blitz.
“Alle due – si legge – altri studenti del liceo sono entrati nell’istituto per verificare i danni e hanno trovato una situazione sconvolgente: tutti i pavimenti coperti di polvere degli estintori, una porta abbattuta, l’ufficio del preside aperto e messo sottosopra e delle scritte sulle pareti tra le quali spiccava una svastica. Sembra che i vandali in quel momento fossero ancora all’interno dell’edificio, liberi di compiere ulteriori danni poiché quest’ultimo era stato lasciato incustodito e aperto a chiunque”.
Sempre secondo il racconto alcuni sutdenti avrebbero chiesto aiuto ad auto delle forze dell’ordine presenti in piazza Manin ma, ancora una volta, senza ricevere risposta e intervento immediato.
Secondo l’articolo la polizia sarebbe arrivata di fronte a Leonardo da Vinci alle 02:40.
Gli agenti avrebbero iniziato a fare domande e a chiedere i documenti ad alcuni studenti che si trovavano lì per poi entrare effettivamente all’interno dell’istituto 40 minuti dopo.
“Gli agenti – scrive il magazine – si sono limitati a fare un sopralluogo e a valutare i danni che c’erano stati in attesa dell’ispettore capo che ha poi fatto rilasciare delle dichiarazioni ad alcuni ragazzi che si trovavano sul posto. Poco dopo è accorso anche il dirigente scolastico che ha constatato le condizioni tragiche dell’edificio”.
Secondo gli studenti che hanno scritto l’articolo/resoconto “il fatto che è accaduto è di una gravità senza precedenti per questo è importante mettere in luce gli aspetti più preoccupanti: in primo luogo la distruzione e il vandalismo di una scuola, per di più con simboli che riecheggiano al nazismo. E’ inammissibile in quanto dovrebbe essere il tempio della cultura della democrazia e del libero pensiero. In secondo luogo il mancato soccorso da parte delle forze dell’ordine lascia a dir poco allibiti è difficile sentirsi al sicuro vivendo in uno Stato che non interviene al momento del bisogno ma lascia i ragazzi e una scuola in balia della violenza e della criminalità”.
Parole molto dure che necessiteranno di risposte anche perché le chiamate ai numeri di emergenza sono tutte registrate e sarebbe davvero semplice poter ricostruire tempistiche e modalità di intervento.