Ventimiglia (Imperia) – Ha scelto di togliersi la vita dopo aver perso il lavoro Nur Alam, 40 anni, l’uomo originario del Bangladesh trovato morto, con una profonda ferita alla gola, nel greto del fiume Roja che attraversa la città di confine. L’uomo, malato da tempo, incontrava sempre più difficoltà a trovare un lavoro per mantenere la famiglia rimasta nel paese di origine e quando è stato licenziato dal magazzino che seguiva, ha perso la testa e si è ucciso in un modo terribile.
Il suo corpo era stato trovato dalle forze dell’ordine e subito si era pensato ad un omicidio ma poi, lentamente, scoperto cosa era accaduto, gli amici ed il parente con cui divideva una casa, hanno ricostruito un periodo di profonda depressione e disperazione e i contorni della tragedia si sono fatti più nitidi.
Sarà l’autopsia a stabilire con certezza le cause del decesso e ad escludere una violenza o l’omicidio ma le circostanze e i racconti delle persone che conoscevano Nur Alam sembrano convergere sull’ipotesi del suicidio.
L’uomo era stato licenziato dal suo ultimo lavoro come magazziniere e temeva che le sue condizioni di salute gli avrebbero impedito di trovarne un’altro. La sua famiglia aspettava del denaro per mantenersi e così l’uomo potrebbe aver deciso di farla finita.
A lasciare perplessi è la modalità scelta perché sembra che Nur Alam abbia deciso di tagliarsi la gola con un cutter. Una morte terribile che lascia pietrificati e ben spiega la tragedia di una persona che perde il lavoro e non sa come provvedere alla propria famiglia.
Le indagini restano aperte e in città c’è chi organizza una raccolta di fondi per provvedere al trasferimento della salma in Bangladesh ed aiutare in qualche modo la sfortunata famiglia che perde un padre, un marito e l’unica fonte di sostentamento.


























