Genova – Contattava ragazzine adolescenti sui social e dopo averne conquistato la fiducia cercava di indurle ad avere rapporti sessuali a pagamento, anche di natura sadomaso e riprendendole per poi ricattarle. Resterà in carcere dove è già detenuto per altri gravi reati legati alla pedopornografia il 30enne genovese arrestato nell’agosto scorso e accusato di crimini gravissimi commessi su minorenni.
Le indagini sui suoi computer, tablet e telefoni cellulari hanno confermato che gli episodi di violenza sessuale su una dodicenne non erano un caso isolato e che, in realtà il maniaco avrebbe intrattenuto rapporti sessuali con altre minorenni conosciute sui social e poi convinte gradualmente a concedersi, anche per sessioni fotografiche in abiti succinti in cambio di denaro. Somme che aumentavano se le ragazzine acconsentivano ad avere rapporti sessuali che venivano ripresi per poi costringerle al silenzio e, addirittura, a procurare al maniaco altre “prede”.
Reati gravissimi e commessi su ragazzine si 14 e 15 anni e, probabilmente su molte altre che sono “sfuggite” appena in tempo alla trappola tessuta sui social dall’uomo, un insospettabile.
Alle accuse di violenza sessuale e produzione di materiale pedopornografico si sono aggiunte anche quelle di induzione alla prostituzione minorile per aver cercato in più occasioni di offrire denaro alle minorenni per subire atti sessuali.
L’uomo è rinchiuso nel carcere di Pontedecimo nello speciale settore per “sex offenders” i reati sessuali, perché non potrebbe restare tra i detenuti comuni per motivi di sicurezza.

























