Milano – Silvio Berlusconi avrebbe effettivamente ignorato che Ruby fosse ancora minorenne quando frequentava le feste presso la sua villa di Arcore. A sancirlo è la Corte di Cassazione per la quale sono “affidabili” gli “elementi probatori” che escludono che l’ex Premier Silvio Berlusconi fosse consapevole della reale età della giovane marocchina. E’ quanto si legge nelle motivazioni della Cassazione della conferma del proscioglimento di Berlusconi dall’accusa di prostituzione minorile e concussione aggravata. E, sempre per la suprema Corte, non vi sarebbe nessun illecito neanche nella telefonata dell’ex Cavaliere al capo gabinetto della Questura di Milano nella notte in cui Ruby venne arrestata: avrebbe fatto rilasciare la ragazza per “timore reverenziale” e non per “coazione”, perché davvero credeva che la giovane fosse imparentata con il presidente egiziano Mubarak.
Ad avviso dei supremi giudici, correttamente, la Corte di Appello ha ritenuto, tra gli elementi “esclusivi della consapevolezza da parte dell’imputato della minore età” di Karima El Mahroug (vero nome di Ruby), l'”aspetto fisico” della ragazza marocchina e il suo “modo di comportarsi” che “non tradivano minimamente la sua età effettiva”. Inoltre, Ruby aveva “l’abitudine a fornire false generalità” e ad attribuirsi una età “di volta in volta diversa, dai 19 ai 27 anni”. Agli amici aveva detto di “avere sempre taciuto” la sua minore età a Berlusconi.
Da parte di Silvio Berlusconi, insomma, non “c’è stato alcun abuso costrittivo”, perché si limitò a segnalare la cosa e “ad indicare la persona che si sarebbe potuta far carico della ragazza minorenne fermata. Né può concretamente ravvisarsi efficacia induttiva nel riferimento fatto da Berlusconi all’asserita parentela della giovane con il presidente egiziano, circostanza rivelatasi, nel breve volgere di qualche minuto, falsa e quindi priva di qualunque idoneità ad ingannare il funzionario e ad indurlo a soddisfare la richiesta rivoltagli”.