Genova – Il marito l’ha picchiata e maltrattata per oltre 20 anni ma per la Giustizia italiana non ha diritto al mantenimento avendo chiesto la separazione.
Una sentenza che sta scatenando feroci polemiche quella emessa da un giudice del Tribunale di Genova che non ha riconosciuto l’addebito per colpa nella causa di separazione di due coniugi genovesi.
Lei ha chiesto la separazione dopo 24 anni di sevizie e maltrattamenti, oltre due decenni in cui ha sopportato – e qui starebbe la sua colpa – il marito che tornava a casa ubriaco e la riempiva di botte.
La “colpa” non sarebbe attribuibile al marito perchè la donna – secondo quanto interpretato dal giudice – non ha mai reagito denunciando o andandosene da casa.
Avrebbe insomma “tollerato” la situazione e quindi non può chiedere oggi che il marito si separi con addebito e sia dunque costretto a versarle un assegno di mantenimento.
A peggiorare le cose un figlio in galera ed una figlia sottratta dai servizi sociali e data in affido ad una famiglia genovese. Non è dato sapere se la donna ha “colpa” anche di questo.
Di certo la sentenza farà discutere perchè apre la strada ad un principio del diritto che prevederebbe la mancata reazione e la mancata denuncia come “accettazione” del sopruso.
Una interpretazione legittima ma che certamente dovrà fare i conti con i racconti di donne impossibiltate a reagire per paura di ulteriori violenze o per le minacce rivolte ai figli.
Forse anche l’impossibilità di lasciare il tetto coniugale per difficoltà economica potrebbe essere interpretato come “attenuante”.
Ora in molti attendono di poter leggere la contestata sentenza per verificare quali principi abbiano spinto il magistrato a decidere in questo senso.