Milano – Un cortometraggio per documentare una realtà diversa, quella della seconda casa circondariale di Milano a Bollate, nella quale i detenuti vivono a stretto contatto con alcuni cavalli.
E’ questo il contenuto del breve documentario dal titolo “Cavalli in carcere”, prodotto da tre ragazzi della Civica Scuola di Milano, vincitore del premio come “miglior opera prima” al 33esimo Milano International Ficts Fest, evento mondiale della Televisione, del Cinema, della Comunicazione e della Cultura Sportiva.
“Anche se il documentario dura solo 7 minuti, il tempo per le riprese è stato lungo” sostengono i tre studenti che hanno lavorato a questo progetto.
“Nel mese di gennaio abbiamo avuto il primo incontro con la realtà di Bollate e le riprese sono durate una decina di incontri avvenuti nell’arco di due mesi. Nel periodo successivo abbiamo raccolto del materiale di repertorio e a metà agosto siamo riusciti a completare il montaggio”.
Come si è anticipato, il cortometraggio è una produzione esclusiva di tre giovani studenti e la sua ideazione è da attribuire al genovese Gianluca Luciano, che con l’aiuto di due suoi compagni, l’addetto al montaggio video e audio Alessandro Belotti e l’aiuto di produzione Giacomo Fiore, ha deciso di riprendere la quotidianità dei suoi detenuti, coinvolti in un progetto unico sia in Italia che in Europa.
“E’ bastata una telefonata”, sostengono i tre studenti “per capire la potenzialità di questo progetto e la grandezza del lavoro che viene svolto da chi sovrintende questo progetto. Col primo sopralluogo abbiamo avuto la conferma che questo cortometraggio andava realizzato per dare visibilità a questa realtà unica in Europa”.
Il progetto infatti, portato avanti da Claudio Villa, presidente della Asom (Associazione per il Salto Oltre il Muro) e intitolato “Laboratorio per una Nuova Cultura Carceraria”, si pone come obiettivo quello di garantire un percorso riabilitativo ai detenuti del carcere di Bollate, curando e seguendo dei cavalli, diventa un modo per imparare un nuovo lavoro.
Attraverso questo particolare rapporto con i cavalli, il detenuto finisce infatti per apprendere un mestiere, quello dell’artiere, che fuori dalle mura del carcere è poco conosciuto, ma comunque richiesto.
Un lavoro che si colloca a metà strada tra quello di stalliere e quello di vero e proprio “manager” dell’animale, capace di gestire il benessere del cavallo.
Il lavoro dei tre studenti ha trovato una sintesi efficace tra le esigenze di tempo che prevede un cortometraggio e la chiarezza con cui vengono esposti e presentati il progetto e le persone coinvolte.
“E’ una grande soddisfazione” ci tiene a sottolineare Gianluca Luciano. “Un premio importante che ci ha dato la conferma dell’importanza del progetto e dell’interesse del pubblico. Per questo motivo io e Giacomo Fiore, assieme alla casa di produzione Latitudini di Posa che abbiamo fondato quest’anno, abbiamo in progetto la realizzazione di un mediometraggio, che verrà girato probabilmente nel mese di febbraio e che risponderà a tutte quelle domande che speriamo che il pubblico si sia posto nel guardare il primo cortometraggio”.