Genova – Una lettera di protesta, scritta da alcuni richiedenti asilo ospitati presso il centro di accoglienza di Quarto, in cui si chiede il wifi nei locali, il cambio del cibo e che i soldi versati dallo Stato a chi accoglie i profughi venga versato “direttamente nelle tasche” dei migranti stessi.
Sta suscitando polemiche e proteste la missiva che sarebbe stata consegnata da alcuni migranti al Comune di Genova per alcune rivendicazioni sulle attuali condizioni di vita all’interno del centro.
La lettera sarebbe stata inviata nei giorni scorsi e sarebbe la quarta, in ordine di tempo, inviata dal gruppo di immigrati.
Dopo le “voci” sulla sua esistenza, Francesco Carleo, vice presidente del Municipio Levante e Tommaso Pinazzi, responsabile provinciale dei giovani di Fratelli d’Italia – AN, la mostrano pubblicamente chiedendo chiarimenti al Comune.
La lettera, secondo le informazioni dei due consiglieri, sarebbe stata inviata dal centro d’accoglienza situato nell’ex ospedale psichiatrico di Genova e chiederebbe l’istallazione del wifi nel centro, probabilmente per poter comunicare più facilmente e gratuitamente con i parenti, modifiche del menù dei pasti e, infine, la possibilità di ricevere la diaria (i 35 euro quotidiani versati invece a chi si occupa degli ospiti o i 2 euro e 50 centesimi dati direttamente ai migranti) direttamente “in tasca”.
I richiedenti asilo chiedono anche un centro di formazione professionale e il cambiamento del tipo di sapone fornito.
Carleo e Pinazzi si domandano come mai non sono state rese note le diverse proteste portate avanti dagli ospiti del centro in questo periodo e le giudicano comunque “esagerate” considerando la difficile situazione di molti cittadini italiani e dei genovesi in particolare che sono sprovvisti di connessione wifi o addirittura costretti a rovistare nei cassonetti in cerca di vestiti o alimenti.