Genova – I Carabinieri del Noe di Genova e di Alessandria, insieme ai colleghi della Tutela dell’ambiente di Milano, stanno eseguendo sette ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Genova al termine di una lunga e complessa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo ligure.
Numerose le perquisizioni ed i sequestri a carico di dirigenti e dipendenti di Amiu Genova e Switch 1988 Spa, azienda principale subappaltante di Amiu per quanto riguarda la raccolta differenziata a Genova.
Nella nota emessa dai Carabinieri si piò leggere che gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la Pubblica amministrazione ed al traffico illecito di rifiuti.
Circa 30 sono le persone che risultano coinvolte ed indagate e l’operazione avviata questa mattina è la prosecuzione dell’attività che il 13 novembre del 2014 aveva a condotto ad altri arresti.
I militari spiegano: “Grazie all’analisi incrociata di quanto emerso dalle attività tecniche e dai servizi di osservazione e pedinamento posti in essere dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Genova, oltre che dagli atti acquisiti in occasione delle numerose perquisizioni, sono stati accertati innumerevoli episodi di gestione illecita della raccolta differenziata”. I Carabinieri hanno inoltre spiegato che le indagini hanno permesso di scoprire un collaudato sistema di frodi, capillarmente diffuso, oltre che di truffe e di abusi posti in essere da un sodalizio di persone. Ad esempio venivano simulati centinaia di rifiuti ingombranti a domicilio in realtà inesistenti, falsificando la relativa documentazione e richiedendo, di conseguenza, il relativo rimborso ad Amiu per l’attività svolta.
In altri casi venivano decuplicati sistematicamente i quantitativi di rifiuti smaltiti per conto del Comune o ancora si smaltivano i rifiuti gratuiti verso enti pubblici nazionali e Forze dell’ordine facendo poi passare lo smaltimento come rifiuto abbandonato su territorio comunale, incassando poi l’addendum contrattuale per la bonifica straordinaria del territorio.
Sono stati anche sequestrati diversi beni per un ammontare complessivo pari ad un milione di euro e gli arrestati, dopo essere stati ricondotti alle proprie abitazioni, non potranno comunicare con l’esterno.