Washington DC – L’Fbi potrebbe infine riuscire a sbloccare l’iPhone del terrorista di San Bernardino senza l’aiuto di Apple. Qualche settimana fa, il rifiuto dell’azienda fondata da Steve Jobs di aiutare l’Intelligence statunitense a decriptare il contenuto dell’iPhone aveva spiazzato le più alte cariche degli Stati Uniti e diviso l’opinione pubblica. Il Ceo Tim Cook aveva motivato la propria scelta dicendo che sbloccare anche un solo dispositivo avrebbe messo in pericolo la privacy di tutti i clienti Apple. Anche in piena campagna elettorale, la reazione di sdegno nei confronti dell’azienda è stata sostanzialmente bipartisan. Se il candidato alle primarie repubblicane Donald Trump è arrivato a invitare a boicottare i prodotti Apple, anche il presidente Barack Obama (in genere in buoni rapporti con il mondo della Silicon Valley) è stato al centro dello scontro. “Con tutto il rispetto – ha detto di recente Cook – ritengo ci siano carenze di leadership alla Casa Bianca su questa tema”. Maggior sostegno nei confronti di Apple è arrivato dai media e dalla società civile, sensibile al tema della privacy. Tuttavia, dopo alcune vertenze legali, l’Fbi potrebbe essere riuscito a fare da sé, scavalcando così l’azienda. I legali del Dipartimento di Giustizia hanno infatti rivelato di aver mostrato alle autorità un sistema che consentirebbe di sbloccare il telefonino del terrorista di San Bernardino. Il sistema sarebbe ancora da verificare, ma in caso dovesse funzionare “eliminerà la necessità dell’assistenza di Apple”.