Orlando (Florida) – Con il passare delle ore le indagini condotte dalle forze dell’ordine stanno facendo sempre maggior chiarezza su Omar Mateen, il terrorista colpevole della strage del Pulse con l’uccisione di 49 persone.
Omar, infatti, era iscritto ad un’app per incontri gay e spesso frequentava il locale per gay di Orlando. Forse era omosessuale ma non osava ammetterlo. Proprio la pista dell’omosessualità mai accettata è quella battuta dagli inquirenti. Pare che Mateen reprimesse la sua natura con massicce dosi di alcol, tanto che Ty Smith, che giura di aver visto diverse volte il ragazzo nel locale, racconta che molto spesso si trovava da solo in un angolo a bere e beveva talmente tanto da diventare violento.
Un altro ragazzo, Kevin West, ha riferito al Los Angeles Times di essere stato in contatto con il 29enne per oltre un anno attraverso un app per appuntamenti tra omosessuali. Sulla presunta omosessualità del killer ha parlato anche l’ex moglie di Omar che ha spiegato di non aver mai sentito dire nulla al marito a proposito dell’omosessualità ma di provare verso di essa dei sentimenti forti.
Le autorità, intanto, proseguono la loro attività di indagine e nel registro degli indagati è finita anche l’attuale moglie di Omar, Noor Mateen. Forse la donna era informata riguardo alle intenzioni del marito e sembra abbia cercato di farlo desistere dall’attacco al club gay.
Restano ancora diversi i punti da chiarire per comprendere quale sia stata la motivazione che ha spinto il 29enne ad introdursi all’interno del locale e sparare all’impazzata.