Varazze – Pur essendo disabile e senza l’uso della gambe per un incidente stradale, stava facendo un viaggio sulla sua Harley Davidson a tre ruote indossando una maglietta degli Hells Angels quando è stato aggredito e picchiato da un motociclista appartenente alla banda “rivale” dei Bandidos.
Una vile e brutale aggressione quella avvenuta il 24 luglio scorso sull’autostrada A10 Genova-Ventimiglia ai danni di una persona con limitate capacità di deambulazione.
La polizia stradale ha identificato e denunciato l’harleista responsabile dell’aggressione e che ora rischia una pesante condanna.
E’ il 24 luglio scorso, sono le otto di sera e il disabile di 42 anni residente nel Cuneese sfreccia sull’autostrada della riviera ligure a a bordo di una imponente Harley Davidson a tre ruote.
Il mezzo non è stato scelto a caso, è il destino che glielo ha imposto: l’uomo qualche anno fa ha perso l’uso delle gambe in un incidente stradale ma con determinazione ed un pizzico di orgoglio, finito di lavorare, ha caricato sua moglie ed insieme si sono concessi una gita al mare. Dietro, sopra il bauletto, la sua carrozzella.
Il biker ogni tanto frequenta i raduni e, pur non essendo affiliato a nessuna banda ma mosso unicamente dall’amore per le due/tre ruote, ultimamente è stato a quello degli Hells Angels e per ricordo si è comprato una maglietta con il loro logo.
Ha pure chiesto se poteva indossarla, le logiche in questo ambiente sono ferree, e gli è stato risposto che non essendo un vero e proprio giubbetto di pelle, e quindi non un elemento della “divisa ufficiale”, può tranquillamente indossare la t-shirt che identifica i semplici simpatizzanti.
L’uomo è arrivato alla stazione Servizio di Varazze Sud, alle 20,30 e deve fare benzina. Mentre fa rifornimento arrivano altre tre moto Harley Davidson.
Alcuni giorni prima si è svolto in Spagna il raduno dei Bandidos, gruppo di bikers storicamente avverso agli Hells Angels. I tre sono italiani e sono guidati da un aitante 40 enne di Prato che trova le sue gioie nel rivestire, all’interno del suo gruppo la carica di “sargento de armas”, ovvero “castigatore”.
Come non tener fede a cotanta carica, come non raccogliere l’onta di una maglietta della banda rivale sventolata dinanzi a lui? E così, senza proferir parola il biker si avvicina al disabile, ancora in sella durante il rifornimento, e gli sferra un violento pugno in faccia.
Il disabile, impossibilitato a reagire incassa il colpo, in ospedale gli saranno poi dati 5 giorni di prognosi, mentre sua moglie inizia a gridare contro l’aggressore domandandogli come poteva accanirsi contro un disabile. La donna ha gridato più volte la frase “non vedi la carrozzella ?” ricevendo in risposta dal “giustiziere”, evidentemente orgoglioso del suo gesto un “non me ne frega niente. La prossima volta è meglio che non indossi quella maglia di m…”.
Le forze dell’ordine intervengono su richiesta della coppia aggredita e vengono subito verificati i filmati delle telecamere.
Dal numero di targa si riesce a risalire all’impavido cavaliere che, una volta sentito dai poliziotti della Stradale, ritratta l’accaduto negando l’evidenza con infantile veemenza.
Per lui una denuncia per lesioni aggravate, per il resto della sua banda il dubbio orgoglio di avere tra le proprie fila un simile “castigatore”.
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