Genova – Al via oggi, negli uffici del Comune, il progetto di “smartworking” che porterà 16 dipendenti comunali – e via via molti altri – a “conciliare i tempi di vita e di lavoro” e a lavorare a casa con il tele-lavoro.
La Giunta comunale ha approvato le linee guida per lo “Smartworking”, una modalità “agile” di svolgimento delle attività lavorative. Queste linee definiscono finalità, tipologia delle attività da coinvolgere, modalità di accesso, monitoraggio e valutazione dei risultati.
Una delle prime applicazioni consiste in sei progetti sperimentali di “lavoro agile” che partiranno oggi e che coinvolgeranno 16 dipendenti comunali. Obiettivo: conciliare i tempi di vita e di lavoro del dipendente per accrescerne le motivazioni e i risultati migliorando il servizio per la cittadinanza.
La sperimentazione è frutto di un percorso che ha richiesto approfondimenti normativi e operativi, azioni di sensibilizzazione e formazione e costruzioni di strumenti per favorire il lavoro “in remoto”, anche da casa.
Ecco i progetti che partiranno ad ottobre:
– “Attività professionale di avvocato in smartworking”: coinvolge tre avvocati che produrranno in remoto redazione di atti difensivi e pareri giuridici.
– “Redazione atti complessi” e “Marketing turistico online”: attività di marketing della città per la redazione di atti amministrativi complessi, informazione su siti web, social, testi in lingua per l’ufficio stampa internazionale e programmazione/promozione di eventi.
– “Comunicare per migliorare” e “Variazione di residenza online” progetti per ottimizzare la comunicazione web e social dei Servizi Civici e in particolare del Cimitero Monumentale di Staglieno e, nel campa dell’anagrafe, per la gestione informatica delle istanze di variazione di residenza pervenute via mail e via Pec.
– “Smartservice per la gestione presenze e assenze del personale” delle Aree Tecnica e Servizi: gestione della registrazione in remoto di presenze e assenze, verifica cartellini, cambio orario, certificati, permessi, reperibilità, straordinario, buoni pasto del personale.
I progetti prevedono l’applicazione di indicatori per la verifica del lavoro dei “lavoratori agili”, che dovranno dare un riscontro effettivo di produttività.
Il Comune di Genova è impegnato già dal 2014 in una serie di iniziative che hanno come obiettivi il benessere del dipendente, il miglioramento organizzativo e una miglior conciliazione tra vita e lavoro.
In questo programma di azioni positive è da ricordare, nel 2015, l’avvio di alcune forme di sperimentazione: è il caso, ad esempio, dei messi notificatori. Questa esperienza, riconosciuta quale buona pratica a livello nazionale che ha permesso ai messi notificatori di consegnare le notifiche partendo direttamente da casa e recandosi nella case dei cittadini residenti in zone limitrofe, individuando in autonomia l’ora di consegna. I messi si sono impegnati ad aumentare il numero di notifiche giornaliere e questa modalità ha portato all’incremento del 30% delle consegne effettive, evitando ai cittadini il disagio di recarsi a ritirare personalmente le notifiche.
Il Comune di Genova partecipa inoltre attivamente a circuiti nazionali di confronto e promozione del lavoro agile, tema in evoluzione sul quale è in corso un dibattito parlamentare per favorire l’adozione da parte delle Pubbliche Amministrazioni di misure organizzative flessibili di svolgimento del lavoro. E’ stata promossa anche una rete cittadina in collaborazione pubblico e privato, nell’ambito dell’Associazione Genova Smart City.
«Con l’approvazione delle nuove linee guida – sostiene l’assessore al personale del Comune di Genova, Isabella Lanzone – proseguiamo in un percorso già avviato in questi anni innanzitutto come Ente datore di lavoro di oltre 5 mila persone. Lo abbiamo fatto sia per venire incontro alle esigenze dei lavoratori, sia per diffondere a Genova il telelavoro e lo Smart working anche per i riflessi positivi che può avere sull’ambiente, sulla riduzione delle emissioni, sul traffico e la mobilità. In sintesi, sulla qualità della vita dei cittadini. Occasioni come queste – conclude l’assessore – servono inoltre per incoraggiare una riflessione matura sull’argomento da parte del legislatore».