Genova – Sono circa 200 le persone che questa mattina hanno raggiunto la Prefettura, in via Roma, per partecipare al presidio in sostegno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo le feroci polemiche divampate, soprattutto sui Sociale, dopo la sua decisione di porre il veto sul nome di Paolo Savona ministro dell’Economia del nascente Governo Cinque Stelle – Lega Nord.
Bandiere tricolori, facce preoccupate, cori che intonano l’inno di Mameli sono stati i protagonisti in largo Lanfranco, mentre i discorsi dei presenti sono quasi tutti rivolti al potenziale esito di una nuova tornata elettorale. Tra i presenti, il presidente dell’A.N.P.I., vari esponenti del Partito Democratico, organizzatore del presidio, e vari consiglieri regionali e comunali.
Non si sono verificati disagi per la circolazione e neppure i temuti “contrasti” con i sostenitori della parte “avversa” e che, invece, critica pesantemente Mattarella per un presunto intervento non troppo super partes nella vicenda.
Molti esponenti di partiti politici, però, chiedono la messa sotto accusa del presidente Mattarella per un’ingerenza non dovuta nel processo di formazione di un governo sostenuto da una maggioranza eletta in Parlamento e votata dagli italiani.
Il dibattito, fortissimo, è legato all’interpretazione dell’articolo 92 della Costituzione italiana che, a seconda della “visione politica” consente o meno al Presidente della Repubblica di “avere l’ultima parola” sulla scelta dei Ministri.
Un dubbio già sollevato altre volte nella storia della Repubblica Italiana e che ha sempre diviso anche l’interpretazione dei costituzionalisti.